La Banca nazionale svizzera ha bruciato 134 miliardi di euro nel corso del 2022. Una perdita incredibile che sottolinea quanto il rialzo dei tassi di interesse possa rivoltarsi contro anche a quelle istituzioni che hanno necessità di attuarli.
Brutto rosso per Banca nazionale svizzera
I dati previsionali pubblicati dall’Istituto parlano chiaro: la Banca nazionale svizzera ha subito un rosso da record, ben più alto di quello che può essere considerato il massimo precedente. Ovvero i 23 miliardi di euro del 2015. Va detto che buona parte del disavanzo verrà coperto utilizzando le riserve per future ripartizioni. In questo modo saranno coperti 104 miliardi di euro, che porteranno la perdita di bilancio reale a circa 40 miliardi.
Ciò che è successo non rimarrà però senza conseguenze. La Banca nazionale svizzera hai fatto sapere che non pagherà dividendi né alla Confederazione né ai cantoni che si troveranno in questo modo a dover fare a meno di importanti entrate.
A cosa è dovuta questa perdita importante? Ai bond in portafoglio e alla caduta delle azioni. Con lo scopo di deprezzare il Franco svizzero la Banca centrale ha comprato obbligazioni per oltre 800 miliardi di euro. La stretta monetaria che si è resa necessaria per rispondere all’inflazione ha portato un’importante correzione in borsa e deprezzato le obbligazioni sottoscritte nel corso del quantitative easing.
il tutto è stato peggiorato dal fatto che questi asset sono denominati in valute estere svalutatesi rispetto al Franco. Nessun problema invece con le riserve di oro chiuse all’interno dell’istituto. Le quali hanno dato vita a una plusvalenza di circa mezzo miliardo.
Altre banche centrali devono fare attenzione
Ciò che è successo alla Banca centrale Svizzera deve mettere in allerta anche le altre banche centrali. Queste hanno espanso i bilanci per anni per stimolare l’inflazione e non stimolare troppo i rendimenti del debito sovrano. La crisi energetica, la guerra in Ucraina, la pandemia hanno contribuito a peggiorare la situazione, rendendo necessaria la stretta delle banche centrali. Quella elvetica compresa.
Christine Lagarde è cosciente che il rialzo dei tassi di interesse potrebbe portare perdite nei bilanci delle banche centrali nazionali come successo all’istituto svizzero. È un rischio che si deve comunque correre per tenere a bada l’inflazione. E riuscire a ridare ai cittadini una parvenza di tranquillità dal punto di vista delle spese.
Non sarà facile riuscire a raggiungere lo scopo senza lasciare qualche ferito per la strada. La Banca centrale olandese ha già fatto sapere che il futuro potrebbe richiedere al Governo una Ricapitalizzazione. Tutto starà a vedere come si evolverà la situazione nel corso dei prossimi mesi. Non tutte le banche centrali, infatti, corrono questo rischio.