Potrebbe presentarsi la possibilità, per la rete di Tim, di un’offerta reale congiunta da parte di Cassa depositi e prestiti e KKR? La risposta potrebbe essere più che positiva.
Cosa bolle in pentola per Tim
Ma prima di lanciarsi in ipotesi serie è bene valutare quella che è la situazione attuale. In questi giorni si stanno perfezionando le ulteriori offerte da presentare a Tim da parte dei due interlocutori principali di questo dossier. Secondo Il Sole 24 ore il fondo americano sarebbe pronto ad alzare la sua valutazione di circa due miliardi portando così l’offerta per la rete di Tim o Netco a circa 23 miliardi.
Nella giornata di ieri in borsa il titolo di Tim ha presentato una certa volatilità: fattore probabilmente imputabile proprio alla situazione in atto. La revisione delle offerte per l’acquisizione di Netco è iniziata lo scorso 12 giugno è appare evidente che il nodo da sciogliere sia quello relativo a Vivendi. Il socio francese infatti è quello più restio davanti alle offerte presentate da Cassa depositi e prestiti e Macquirie e da KKR.
Questo perché la valutazione eseguita dai francesi è pari a 31 miliardi di euro. Un valore ben lontano da quello presentato da entrambe le cordate. È per tale ragione che tornano ipertensiva in auge le ipotesi nel settore di una possibile unione d’intenti tra Cassa depositi e prestiti e il fondo americano. Nel caso le due parti decidessero di collaborare per l’acquisizione della rete sarebbe possibile presentare un’offerta molto vicina al valore richiesto da Vivendi.
Secondo alcuni analisti nel caso decidessero in tal senso le due parti dovrebbero firmare immediatamente un accordo vincolante di coinvestimento che segni il percorso da seguire nel caso di una probabile acquisizione congiunta. Ovviamente a questo punto ci si chiede: cosa deciderà di fare Macquirie?
Cosa ne pensano gli analisti
C’è chi sostiene che il breakup di Open Fiber potrebbe dare modo al fondo francese di distaccarsi con discrezione nel caso non volesse seguire Cassa depositi e prestiti in questa avventura. Ovviamente al momento non sappiamo quali possano essere i percorsi da seguire perché si sta ragionando per ipotesi. Vero e allo stesso tempo che una simile soluzione potrebbe rivelarsi quella giusta per consentire finalmente la vendita di Netco.
Gli analisti sostengono che pur guadagnando in asset e valore, Tim potrebbe perdere qualche cosa sulle tempistiche che si allungherebbero. Al momento, lo ripetiamo, non è possibile esprimersi con certezza su quello che potrebbe accadere. Di certo le prossime settimane si riveleranno sicuramente basilari per capire quale sarà la via che le parti intraprenderanno.
Da qualsiasi punto di vista si osservi la situazione rimane però sempre valido un concetto: è tempo di chiudere il dossier Tim.