La BCE vuole aumentare i controlli sulle banche in materia di liquidità. Sarebbero al vaglio criteri più severi per gli istituti finanziari dell’Eurozona.
Perché la BCE è preoccupata
Non è stato lanciato un vero e proprio allarme ma, data la situazione economica attuale, si vogliono applicare maggiori controlli sulla liquidità a disposizione delle banche. La BCE non rimane ferma a guardare dopo le problematiche occorse in Svizzera e negli Stati Uniti. Dove in realtà di un certo livello si sono scontrate con la difficoltà di far fronte alla richiesta di liquidità dei propri clienti.
La BCE decide di prevenire invece che curare, dopo i casi di Credit Suisse e della Silicon Valley Bank. E non si può dare torto alla banca centrale se decide così di riparare gli istituti dell’Eurozona da eventuali conseguenze. L’unico modo in cui può farlo è proprio attraverso controlli. Chiedendo quindi agli istituti bancari di comunicare i dati sulle proprie riserve di liquidità almeno una volta a settimana e dividendo le informazioni per scadenza e tipologia di cliente.
Questo è almeno quello che si dice a Francoforte nel settore. Tutti si stanno concentrando sulla necessità di verificare l’esistenza di sufficiente liquidità nel momento in cui potrebbero crearsi problematiche. Le autorità di regolamentazione europea, tra l’altro stanno tentando di capire se in passato non hanno tenuto abbastanza conto di alcuni rischi.
È inutile negarlo: i casi sopra descritti hanno mostrato come i grandi depositi overnight non assicurati possono presentare un’importante volatilità. La ragione sta nel fatto che coloro che hanno depositato in modo non assicurato hanno maggiori probabilità di perdere la propria liquidità nel corso di un fallimento bancario.
Controlli maggiori per sicurezza più alta
Eventualità che li porterebbe a ritirare i depositi anche quando non vi sono segnali di stress alto. L’BCE quindi potrebbe iniziare a chiedere entro la fine del 2023 un report dati di tipo settimanale. Questo darebbe modo alla Banca centrale europea anche di capire se possa essere necessario richiedere requisiti di liquidità più elevati.
Un dato importante in tal senso è il liquidity coverage ratio che misura l’attività liquide di alta qualità di un prestatore come quota di deflussi che si aspetterebbe di osservare in 30 giorni di stress. Può sembrare difficile da comprendere: ma se sapere che questo valore deve essere per tutte le banche obbligatoriamente sopra il 100%. Si tratta di una cifra che di solito viene comunicata dalle grandi banche su base trimestrale.
Insomma, la banca centrale sembra essere intenzionata a fare di tutto per evitare che qualche istituto europeo finisca come Silicon Valley Bank o come Credit Suisse, cercando di evitare potenziali ripercussioni.