Airbnb ha trovato un accordo con il Fisco. Parliamo della chiusura del contenzioso con l’Agenzia delle Entrate in merito alle indagini fiscali coordinate dalla procura di Milano ed eseguite dalla Guardia di Finanza.
In cosa consiste per Airbnb l’accordo
Airbnb pagherà 576 milioni di euro che andranno a compensare gli anni fiscali dal 2017 fino al 2021 senza ricercare il recupero dagli host delle ritenute fiscali legate a questo intervallo di tempo. Attraverso una nota la società ha fatto anche sapere di essere al momento impegnato in una trattativa costruttiva con le autorità per quel che concerne il periodo 2022-2003.
Sottolineando che l’Italia rappresenta un mercato molto importante per Airbnb. Questo accordo arriva dopo l’ordine dato dalla procura di Milano alla Guardia di Finanza di sequestrare 779 milioni di euro alla società, in virtù dell’evasione della cedolare secca occorsa. Come sottolineato anche da Airbnb nella nota, aver trovato un accordo con il Fisco consente di sistemare la sua situazione a livello di imposta. Un passaggio necessario per una gestione ottimale dell’ambito nel quale questa azienda agisce.
La struttura particolare di questo servizio offerto, in passato non ha reso possibile una chiara regolamentazione. Anche per via della tipologia nelle norme attive sul tema. In Italia, spiega Airbnb, sono migliaia gli host in Italia e più di tre quarti presentano solamente un annuncio. La maggior parte di loro ha guadagnato al massimo poco più di 3.500 euro in 12 mesi.
Normativa a livello italiano
Perché la società ha descritto l’host tipico? Per far capire che la maggior parte di coloro che lavorano su questi affitti brevi sono delle persone comuni che utilizzano la società come mezzo per integrare a livello economico. “Auspichiamo”, si legge nella nota, “che l’accordo con l’Agenzia delle Entrate e le recenti novità normative possano fare chiarezza sulle regole riguardo gli affitti brevi per gli anni a venire“.
Effettivamente all’interno della legge di bilancio per il 2024 esistono dei chiarimenti per la gestione delle ritenute delle imposte sul reddito degli host non professionali. E di come questi debbano essere gestiti dalle piattaforme. Una novità che l’azienda sottolinea di aver accolto con favore, preparandosi ad adempiere a ogni richiesta legittima sulla questione. Sia a livello in italiano che a livello europeo.
Insomma, l’accordo con il Fisco apre senza dubbio una nuova era per questo tipo di affitti brevi. Soprattutto per quello che concerne il quadro normativo. Qualcosa che da tempo vi era il bisogno venisse stabilita. Soprattutto per coloro che sia come locatari che come affittuari usufruiscono di questo servizio.