Tupperware, nota per la produzione degli omonimi contenitori di plastica, ha annunciato di avere avviato una procedura di fallimento. A quanto pare, nemmeno un produttore così famoso è riuscito a non cadere sotto le scure della crisi mondiale in atto.
La decisione di Tupperware
Non dobbiamo dimenticare che la pandemia ha causato problematiche importanti a molti produttori. E a quanto pare anche la Tupperware ha dovuto affrontare importanti criticità. Come spiegato da Laurie Ann Goldman, ceo della società, “negli ultimi anni, la posizione finanziaria dell’azienda è stata gravemente influenzata dal difficile contesto macroeconomico”.
Per cercare di salvare il salvabile, di conseguenza, si è deciso di presentare istanza di protezione ai sensi del capitolo 11, quella che negli Stati Uniti è la legge americana che regola il fallimento. La manager ha spiegato che l’azienda ha cercato di valutare qualsiasi opzione strategica possibile e quella gli affidarsi all’istanza di fallimento è apparsa essere il percorso migliore da seguire.
Per come infatti il capitolo 11 è regolato, le aziende in difficoltà e la Tupperware non fa eccezione, Possono attraverso di esso contare su una flessibilità importante basilare in questo momento. Questa infatti consente di per seguire alternative di tipo strategico per sostenere la trasformazione dell’azienda: in questo caso in un’azienda digitale. Tecnologicamente più avanzata in tal senso, avrà modo quindi di servire maggiormente i propri stakeholder puntando a una ripresa.
È un peccato trovarsi davanti alla necessità di una trasformazione così imponente per quel che riguarda la Tupperware. Nonostante si tenda a fare un utilizzo minore del suoi prodotti con l’evoluzione dei tempi, ha un gusto agrodolce pensare che debba modificarsi alla radice per poter sopravvivere.
Un marchio storico conosciuto da tutti
L’azienda infatti nacque intorno al 1946, quando il chimico Earl Tupper, per l’appunto, mentre al lavoro nella creazione di stampe in una fabbrica di materie plastiche immediatamente dopo la Grande depressione, ebbe un’intuizione. Sono queste le parole utilizzate nel sito web ufficiale dell’azienda. E va riconosciuto che, per quel che riguarda i prodotti Tupperware, questo nome è diventato effettivamente sinonimo di una categoria specifica di beni plastici prodotti per la conservazione di alimenti.
La crisi economica cagionata dalla pandemia di COVID-19 ha purtroppo colpito anche una realtà datata e famosa come questa. Il fatto che l’azienda abbia già deciso quale sia il percorso da seguire per rinnovarsi e rinascere fa ben sperare. Su cosa? Sul raggiungimento dell’obiettivo che si è posta.
Soprattutto per quel che concerne l’occupazione. Fattore questo che deve rappresentare la preoccupazione primaria di qualsiasi azienda in crisi.