La Bce ha deciso di tagliare di 25 punti base i tassi di interesse. Ma è abbastanza per poter cambiare la situazione e portare nuovamente l’Europa a crescere?
Cosa farà Donald Trump una volta insediato?
È una domanda lecita da porsi e da porre alla Bce, soprattutto in attesa dell’arrivo del nuovo anno. Inutile prendersi in giro: a gennaio Donald Trump si insedierà come nuovo presidente degli Stati Uniti e l’Europa deve farsi trovare preparata. Soprattutto per via di quelle che sembrano essere le politiche già decise e non solo di tipo economico.
Quando pensa alla crescita dell’Europa, la Bce deve ricordare prima di tutto che, con molta probabilità, per quel che riguarda il commercio verranno posti dei dazi dall’America. E sono diversi gli Stati membri europei che basano la loro economia sul’esportazione. Come deve comportarsi sul tema l’Unione Europea?
La maggior parte degli esperti sono concordi nel sostenere che questo abbassamento esiguo del costo del denaro sia troppo basso al momento. Soprattutto se si vogliono evitare una stagnazione o ancor peggio una possibile recessione. Non dobbiamo dimenticare che la Germania sta già combattendo con quest’ultima.
E paesi come l’Italia che devono abbassare il proprio debito non possono permettersi di appaiare alla loro flebile crescita anche una politica monetaria che non sostenga.
Come dovrà regolarsi la Bce?
Allo stesso tempo, però rimane da seguire la questione inflazione, arrivata al giusto valore in alcuni Stati ma non così stabile generalmente per quel che riguarda l’intera Unione. Ma anche nel caso in cui il taglio dei tassi di interesse della Bce fosse stato più corposo, sarebbe stato differente?
La risposta può essere riassunta in un “non proprio“. Viviamo infatti in un forte stato di incertezza. Dove i vari scenari geopolitici di guerra nel mondo la fanno da padrona, ma allo stesso tempo non sono la causa principale di tutto. Dobbiamo infatti tornare agli Stati Uniti e a Donald Trump.
In che modo vorrà muoversi la Bce? È costretta in questo momento a stare a guardare. O meglio è bloccata nell’attesa di capire se l’ex tycoon darà vita o meno alle attuali minacce di dazi. Pensiamo alle ulteriori barriere commerciali contro la Cina, contro i paesi confinanti come il Canada e il Messico. E ovviamente anche contro l’Europa.
La Bce si trova in una posizione molto scomoda, al momento, per quel che concerne la politica monetaria. Non è assurdo dire che abbia necessità di maggiori dati per prendere la giusta decisione. Allo stesso tempo però, forse, dovrebbe pensare più come una potenza a sé stante.