Fed, tassi fermi e crescita in calo

La Fed opta per evitare un ulteriore taglio dei tassi. E la colpa è da attribuire in buona parte proprio a ciò che l’amministrazione di Donald Trump ha deciso di imporre in politica interna ed estera.

Le cause della decisione della Fed

Chiamando in causa ovviamente l’ambito economico, sono i dazi e il loro effetto sull’inflazione i principali colpevoli di questa decisione. La Fed ha infatti tagliato le stime di crescita e alzato quelle di inflazione proprio per via dell’effetto domino che si sta scatenando per quel che riguarda le importazioni e le esportazioni. E a causa della politica sanzionatoria della nuova amministrazione. Come sottolineato da Jerome Powelll’incertezza sulle prospettive economiche è insolitamente alta”. Senza contare che vi è stato un netto peggioramento del clima economico: qualcosa che al momento blocca i tagli del costo del denaro previsti per il 2025 a due.

Il tasso di riferimento sui Fed funds rimane nella forchetta compresa tra i 4,25% e il 4,5%. Qualcosa che, a onor del vero, si aspettavano praticamente tutti gli esperti in materia. Se all’approccio economico dell’amministrazione Trump aggiungiamo anche le sue politiche sulla regolamentazione, gli immigrati e il bilancio pubblico la situazione appare tutt’altro che di facile gestione.

I dazi, com’era lecito aspettarsi, spingono al rialzo le aspettative di inflazione. Qualcosa con la quale la Fed non pensava di avere a che fare se fosse continuata la stessa politica del precedente presidente. Ecco quindi che calano anche le stime sul PIL, passando dal 2,1% all’1,7% per quel che riguarda il 2025. Per quel che concerne il 2026 si passa dal 2% all’1,8% e per quel che riguarda il 2027 dall’1,9% all’1,8%.

Si tratta di dati ovviamente stimati in questo momento. Nel caso in cui la condizione economica dovesse peggiorare ulteriormente saranno riviste ancor di più al ribasso. Il presidente della Fed sottolinea che non è il caso di muoversi velocemente nel calibrare la posizione americana di politica monetaria, gettando benzina ulteriore sul fuoco dei dazi.

Alta attenzione sull’inflazione

È consigliato avere cautela, in modo tale da poter eventualmente affrontare le problematiche derivanti da una guerra commerciale in atto. In poche parole la Federal Reserve punta a essere colomba in questo momento e non solo per via della crescita più debole. Come già sottolineato bisogna fare attenzione alle eventuali pressioni che potrebbe subire l’inflazione.

Una sua crescita eccessiva infatti metterebbe a repentaglio tutto il lavoro fatto in questi ultimi anni. La decisione dell’istituto di Jerome Powell non ha avuto grandi effetti sul cambio euro-dollaro ma è stato in grado di dare un po’ di sollievo a Wall Street.

Cosa significa tutto ciò? Per il momento che ancor più di prima e similmente a ciò che sta facendo la BCE, la Federal Reserve dovrà muoversi cautamente in modo dipendente dai dati per quel che riguarda la politica monetaria. Tenendo conto di tutto ciò che conforterà un’eventuale risposta mondiale ai dazi imposti da Donald Trump.

Lascia un commento