Tesla vede l’utile diminuire nel primo trimestre dell’anno del 71%. Mettendo Elon Musk davanti a una scelta fondamentale per la sua sopravvivenza.
I risultati trimestrali di Tesla
Sul piatto della bilancia iniziano infatti a presentarsi il potenziale tracollo della società e l’impegno politico del manager. Tra i due elementi, a quanto pare, sta vincendo il benessere della società. Dato che Elon Musk ha fatto sapere che manterrà il suo ruolo istituzionale nel Doge per soli due giorni a settimana, occupando il resto del tempo nel lavorare per riportare Tesla ai suoi antichi fasti.
I dati sono impietosi e parlano chiaro: l’utile netto, come già anticipato, è sceso del 71%, i ricavi del 9% e il fatturato del 20%. E da quel che si evince da alcune speculazioni nelle testate americane, gli altri soci di Tesla potrebbero aver portato Elon Musk a prendere una posizione netta rispetto al suo impegno.
A quanto pare, all’interno della conference call sui risultati, il padrone di Space X avrebbe anche ribadito quella che è la sua attuale contrarietà ai dazi imposti da Donald Trump, soprattutto nella misura in cui sono stati decisi. Questo suo atteggiamento maggiormente propositivo per Tesla e meno collaborante col governo avrebbe portato gli investitori a esprimere, almeno per il momento, fiducia. Causando una crescita di circa il 4,5% del valore delle azioni della società.
Elemento importante, se si pensa ai dati assoluti relativi al bilancio: il crollo del 71% dell’utile netto è corrisposto a 409 milioni di dollari; i ricavi, con il loro calo del 9%, si sono fermati a 19,34 miliardi (più bassi rispetto alle attese degli analisti, che avevano previsto un ricavo di 21,11 miliardi).
Le conseguenze della condotta di Musk
Ovviamente, il fatto che Elon Musk abbia deciso di dedicarsi maggiormente a Tesla piuttosto che al suo ruolo governativo è stato in grado di disegnare, per il momento, un cambiamento di rotta. Ciò che è necessario comprendere è se questo diventerà un cambiamento definitivo, in grado di far pendere l’ago della bilancia in modo differente.
A livello mondiale, infatti, è nata una vera e propria “rivoluzione” contro Musk e la sua azienda, che ha visto la popolazione non solo smettere di comprare e rivendere le proprie automobili, ma anche attaccare con violenza uffici e rivenditori del marchio.
Appare, senza ombra di dubbio, evidente che anche Elon Musk abbia dovuto cedere davanti alle conseguenze cagionate dalle reazioni di coloro che precedentemente potevano essere potenziali compratori delle sue auto elettriche.
Il boicottaggio si è rivelato reale e ha evidenziato la portata del danno reputazionale scaturito dai licenziamenti indiscriminati, attuati dal manager, dei dipendenti federali. Basterà questa sua nuova posizione ad aiutare Tesla o gli altri soci dovranno prendere decisioni più importanti?