Dopo lo scandalo finanziario che ha condotto JpMorgan, la principale banca d’affari statunitense, a cedere oltre 2 miliardi di dollari di perdite in sole sei settimane (con il risultato negativo di periodo che dovrebbe raggiungere il picco dei 3 miliardi di dollari entro la fine del mese di giugno), iniziano a saltare le prime teste tra i top manager.
A far maggiore scalpore è la scelta dell’amministratore delegato Jamie Dimon di accettare le dimissioni del proprio braccio destro, Ina Drew, responsabile degli investimenti della banca d’affari, che appena scoppiato il caso, alla fine del mese di aprile, aveva avanzato proposta di dimissioni, puntualmente respinta dal consiglio di amministrazione. Ora, tuttavia, Dimon sembra essere più convinto dell’offerta di dimissioni della Drew, orientandosi verso la conferma della rottura del rapporto di lavoro.
Oltre al nome di Drew, Jp Morgan dovrebbe perdere altresì Achilles Macris, al vertice dell’ufficio investimenti per le operazioni in Europa e diretto superiore di Bruno Michel Iksil, il trader londinese che avrebbe dato seguito alle operazioni sui cds in grado di generare le note perdite. Terzo top manager a saltare sarebbe Javier Martin-Arajo, dello stesso team di Macris, terminato prontamente nell’elenco dei dimissionari.
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Drew, secondo quanto riporta il New York Times, sarebbe la mente dietro le operazioni di copertura della banca dalla crisi del debito dell’Europa e dalle turbolenze sui mercati finanziari dell’area euro. Secondo Drew le transazioni “colpevoli”, effettuate in cds, avrebbe permesso all’istituto di porsi al riparo dalle perdite, conseguendo altresì un lieve profitto. In tal proposito, pertanto, Iksil sarebbe stato una sorta di “braccio armato” delle scelte di Drew.
In attesa di saperne di più, Standard & poor’s ha rivisto a negativo l’outlook di JpMorgan, confermando il rating A dopo le sorprendenti perdite conseguite a causa delle attività di trading.