La gestione finanziaria dell’Inps (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) in questo 2012 non può che meritare un aggettivo, disastrosa: in effetti, non vi sono alternative per spiegare e descrivere i quasi sei miliardi di euro (5,97 per la precisione) che hanno caratterizzato i primi mesi dell’anno. Il quadro diventa ancora più negativo, poi, se si pensa che il dato dello scorso anno è nettamente peggiorato, visto che nel 2010 furono registrati 736 milioni, il che vuol dire che la débacle in questione può essere quantificata in 5,2 miliardi di euro. Che cosa è successo esattamente e bisogna cominciare a preoccuparsi? Entrando maggiormente nel dettaglio della faccenda, c’è da specificare che i conti dell’Inpdap (Istituto Nazionale di Previdenza per i dipendenti dell’Amministrazione Pubblica), ente che è stato accorpato di recente nell’Inps stesso dopo aver provveduto alla sua soppressione.
Il Decreto Salva Italia ha imposto questa scelta, andando a coinvolgere anche l’Enpals (Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo e dello Sport Professionistico) e ora se ne pagano le conseguenze, con la situazione patrimoniale dell’ente che alla fine di questo anno dovrebbe attestarsi sui 28,6 miliardi di euro. Anche i mesi precedenti a questo risultato possono sicuramente aiutare a comprendere meglio la situazione.
In effetti, le prestazioni erogate dall’Inps hanno riguardato 16,6 milioni di persone (il 59% di esse erano delle donne), con una differenza ancora troppo evidente tra gli assegni maschili e femminili, nonostante la prevalenza di questi ultimi. Tutti questi numeri sono stati diffusi nel corso della giornata di ieri da Antonio Mastrapasqua, numero uno dell’ente, il quale ha voluto mettere in luce anche l’aumento delle entrate contributive nel 2011 (+2,3%) e l’iscrizione di quasi venti milioni di dipendenti. Se si escludono le pensioni di invalidità, infine, il totale si attesta sui 15,6 milioni, un dato che risulta essere inferiore rispetto a quello del 2010.