Jp Morgan e quegli errori “isolati”

 Jp Morgan invita a non generalizzare gli errori che sono costati ben 2 miliardi di dollari alle proprie casse, generati da scommesse sbagliate sul trading di derivati della divisione londinese. L’amministratore delegato Jamie Dimon, che ha recentemente discusso alla commissione bancaria del senato, ha affermato che la banca newyorkese sarà “solidamente in attivo” nel corso del secondo trimestre, e che comunque gli sbagli sono stati “un caso isolato”.

“Quando commettiamo errori” – ha dichiarato il manager, sempre più discusso in queste settimane – “li prendiamo seriamente e spesso siamo i critici più severi di noi stessi. Anche se non possiamo dire che non commetteremo mai errori, perchè sappiamo che ne faremo, crediamo che questo sia stato un evento isolato”.

L’amministratore delegato di Jp Morgan è anche comparso dinanzi alla commissione finanziaria della Camera, ricordando come i comportamenti posti in essere dalla banca d’affari abbiano “deluso molte persone e ci dispiace”, precisando comunque che nelle transazioni “non era coinvolto denaro di clienti o dei contribuenti americani”.

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Dimon ha altresì precisato come i trader coinvolto non hanno compreso completamente il rischio che stavano correndo con le scommesse sui derivati e hanno finito per danneggiare l’istituto di credito. “I trader del Cio non hanno compreso in modo adeguato il rischio che correvano” – ricorda Dimon – “e quando sono iniziate le perdite tra fine marzo e inizio aprile hanno concluso, sbagliando, che le perdite erano il risultato di movimenti di mercato anomali e temporanei”, ragione per cui “il portafoglio di strumenti si è trasformato in qualcosa di diverso e, anziché tutelare la società, ha creato rischi nuovi e potenzialmente più ampi”.

L’amministratore delegato di Jp Morgan risponderà delle attività del chief investment officer e delle sue affermazioni iniziali finalizzate a sminuire il danno.

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