Il piano di BP per raccogliere quasi $ 40 miliardi mediante il sell off degli assets ritenuti in eccesso rispetto al fabbisogno, ha ricevuto un nuovo impulso. Cosa accadrà al pacchetto azionario del gigante petrolifero britannico in TNK-BP, la sua joint venture russa?
In primo luogo, il colosso energetico britannico ha annunciato un accordo con la società statunitense Energy LINN per alcuni dei suoi vecchi giacimenti di gas situati nel Wyoming, USA, il secondo di questo tipo siglato con LINN, a cui BP ha venduto una serie di asset del Kansas, nel mese di marzo. BP ha inoltre dichiarato di aver accettato di vendere quote di minoranza in due giacimenti del Mare del Nord britannico alla giapponese Mitsui & Co. Tali accordi permetteranno a BP di realizzare un profitto pari a $ 1,3 miliardi, di cui qualcosa come 1,03 miliardi di dollari, proverrà da LINN.Le due operazioni commerciali rappresentano l’ultimo tassello di un ampio programma di vendita di assets avviato da BP, inizialmente impegnata a contribuire alla copertura dei costi del disastro Deepwater Horizon. BP sta cercando di ridefinire il proprio focus strategico al fine di concentrarsi su un margine di produzione maggiore.
Includendo gli accordi con Linn e Mitsui, BP ha finora venduto complessivamente oltre 24 miliardi di dollari di petrolio e di gas in tutto il mondo. Ma l’affare su cui alcuni azionisti di BP scommettono, impazienti di mettere a segno il colpaccio, riguarda la quota della joint venture russa TNK-BP.
BP all’inizio di questo mese ha annunciato di voler prendere in considerazione offerte per la sua fetta azionaria (pari al 50%) in TNK-BP, una società petrolifera privata molto redditizia, co-proprietaria con un gruppo di imprenditori noto come il consorzio Alfa Access Renova.
Le fonti dicono che le azioni BP di TNK-BP potrebbero fruttare fino a $ 25 miliardi, ma i proventi della vendita non saranno inclusi nel più ampio patrimonio del fondo comune, ha detto il portavoce BP, Robert Wine, aggiungendo che non vi è alcuna garanzia che BP decida, in ultima analisi, di andare fino in fondo e concludere un affare.
La decisione di BP di uscire da TNK-BP, o di restarvi, è l’unica cosa cui gli investitori sono realmente interessati. L’ipotesi di lasciare TNK-BP solleverebbe la società britannica dall’onere di placare gli animi dei litigiosi partner russi, ma priverebbe altresì BP di una produzione importante e di un notevole flusso di entrate.
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I recenti annunci circa le vendite di asset sono marginali rispetto ai due nodi oggi fondamenali per il gruppo BP : il caso giudiziario del Golfo del Messico e la partecipazione TNK-BP. In entrambi i casi, le conclusioni cui si giungerà avranno un impatto rilevante nella seconda metà di quest’anno.
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Per quanto riguarda l’incidente di Deepwater Horizon del 2010, BP è impegnata in una lunga battaglia processuale per l’incidente di Deepwater Horizon del 2010. L’accertamento della colpa, e la gravità della stessa a carico di BP, inciderà sull’ammontare del risarcimento, che potrebbe lievitare in virtù dell’Oil pollution act, la legge che impone alle società petrolifere di accollarsi l’onere della bonifica e del danno provocato agli ecosistemi. L’azienda all’inizio di quest’anno ha approvato una risoluzione di 7,8 miliardi di dollari con migliaia di privati e imprese colpite dal disastro. Gli analisti si aspettano che un accordo simile con il Dipartimento di Giustizia potrebbe costare a BP tra i $ 15 miliardi e i $ 25 miliardi.
Da qui il programma di cessione degli assets. L’affare TNK-BP resta un punto di domanda, ma con ogni probabilità riuscirà a gonfiare le casse di BP.