L’intesa che è stata sottoscritta da Unicredit e dal gruppo Sace (Sezione speciale per l’Assicurazione del Credito all’Esportazione) ha un intento ben preciso e importante, vale a dire il supporto degli investimenti che sono realizzati dalle imprese del nostro paese all’estero: le firme dell’accordo in questione sono state quelle di Frederik Geertman e Alessandro Cataldo per l’istituto di Piazza Cordusio, mentre quella di Raoul Ascari per Sace.
Anzitutto, è stato fissato in trecento milioni di euro il finanziamento che sarà destinato proprio a tali linee di credito, con le piccole e medie imprese che avranno la possibilità di espandersi ulteriormente al di fuori dei confini nazionali. L’elenco delle attività da sostenere, poi, è davvero molto lungo: si tratta della riqualificazione degli impianti e dei macchinari, della pubblicità e tutela dei marchi, la partecipazione alle principali fiere di carattere internazionale e infine gli accordi di joint venture con altre aziende straniere. Ogni linea sarà compresa tra un minimo di 100mila e un massimo di cinque milioni di euro, mentre gli archi temporali previsti andranno da tre a cinque anni, con tanto di garanzia da parte di Sace e un mutuo chirografario erogato da Unicredit.
C’è comunque da dire che non saranno coinvolte solamente le pmi, ma anche quelle imprese che presentano un fatturato annuo inferiore rispetto al limite di 250 milioni di euro. In aggiunta, ogni azienda interessata dovrà comunque dimostrare la realizzazione di almeno il 10% del fatturato totale al di fuori dell’Italia. È noto, ormai, come la stretta del credito sia uno dei principali problemi che coinvolgono le imprese nostrane: questa intesa potrebbe rappresentare un primo tentativo di risoluzione, anche perché servono proprio delle azioni che siano concertate da un numero alto di soggetti. L’internazionalizzazione delle società, poi, rimane un elemento fondamentale di crescita economica, sempre nel rispetto di un approccio strutturato e sostenibile nei confronti dei vari mercati.