JPMorgan Chase, la più grande banca statunitense, dopo la diffusione dei dati societari di Alcoa, che ha aperto la stagione delle trimestrali americane, ha annunciato di aver archiviato il secondo trimestre con un utile di 4,96 miliardi dollari, o 1,21 dollari per azione, rispetto ai 5,43 miliardi di dollari, o 1,27 dollari per azione, registrati un anno prima.
I risultati comprendono una perdita ante imposte di 4,4 miliardi dollari, rispetto ai 2 miliardi di dollari annunciati il 10 maggio e superiore alle previsioni degli analisti, registrata nel portafoglio derivati. Il fatturato è diminuito del 17% anno su base annua a 22,2 miliardi dollari, leggermente al di sopra delle attese (21,9 miliardi di dollari). La banca ha anche abbassato i risultati del primo trimestre, citando la possibilità che siano state nascoste delle perdite in derivati.Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan Chase, ha anche indicato che le perdite di intermediazione legate ai derivati di credito potrebbero crescere nei prossimi mesi (per un ammontare compreso tra 800 e 1,7 miliardi di dollari), ma il portafoglio residuo potrebbe anche generare profitti. “Abbiamo già completamente revisionato il management del CIO – che continua a rimanere il focus – e migliorato le norme di governance” all’interno dello stesso, ha aggiunto Dimon.
La banca ha inoltre reso noto che dovrà rivedere i risultati ottenuti nel primo trimestre 2012 per valutazioni riguardanti alcune posizioni nel portafoglio di titoli di credito sintetici. Tale revisione non dovrebbe aver alcun impatto sul reddito netto per il primo semestre di quest’anno. “La riduzione del rischio ha portato il portafoglio ad una scala che ci ha permesso di trasferire sostanzialmente tutte le restanti posizioni creditizie sintetiche all’Investment Bank”, che è meglio posizionata per gestire tali rischi. La mossa aumenta il profilo di rischio della banca di investimento, “ma crediamo che (i rischi) scenderanno nel corso del tempo”, ha continuato.
Dimon ha anche sottolineato che l’azienda mantiene il suo solido stato patrimoniale, con un Tier 1 common ratio secondo Basilea 1 pari al 10,3%, e un Basilea III capital ratio del 7,9%. Dopo l’annuncio degli utili, il titolo JPMorgan non ha subito variazioni nel trading pre-market, prima dell’avvio ufficiale delle contrattazioni. Il francese Bruno Iksil, il trader soprannominato “la balena di Londra”, responsabile della maxi perdita aprovocata da scommesse su alcuni indici di credito “corporate” , avrebbe lasciato la banca, insieme ad altri tre dipendenti coinvolti.