La ristrutturazione messa in atto da Cisco, colosso mondiale del networking, coinvolgerà il 2% della forza lavoro del gruppo in tutto il mondo, circa 65200 dipendenti. La società, primo produttore al mondo di infrastrutture di rete, che evidentemente accusa gli effetti di una crisi divenuta ormai globale e del rallentamento dei propri investimenti, si sta preparando a licenziare 1.300 persone, un anno dopo la prima ondata di tagli, costata già 6500 licenziamenti.Pochi mesi dopo aver messo in guardia circa le incertezze della società in termini di crescita economica, la Cisco ha annunciato una nuova ondata di tagli del personale dipendente, ma il gruppo non ha fornito dettagli sulle divisioni colpite da tali licenziamenti. “Queste misure (…) fanno parte di un processo in corso per razionalizzare l’azienda e valutare il contesto economico in alcune parti del mondo “, ha dichiarato Cisco in un comunicato, finalizzato a “ristrutturare i centri di costo e incrementare i profitti”.
Un anno fa la società aveva avviato un massiccio piano di riduzione dei costi, accompagnato dal taglio di posti di lavoro e finalizzato a riparmiare 1 miliardo di dollari. Per “semplificare” la sua organizzazione in un contesto economico incerto, il gruppo americano ha deciso di continuare la dieta, e, dunque, di licenziare altri 1300 dipendenti. L’anno scorso infatti, Cisco aveva già ridotto la sua forza lavoro di circa 10000 posti di lavoro come parte di un programma “per apportare semplificazione, velocità nelle decisioni e agilità in Cisco”.
Da parte sua, il CEO del gruppo, John Chambers, Cisco ha semplicemente spiegato che è necessario un adeguamento rapido ai cambiamenti economici, dichiarando che le condizioni particolari in Europa (e in India) e la debolezza della domanda, disincentivano gli acquisti da parte dei clienti.
Cisco aveva annunciato in maggio un utile migliore del previsto per il terzo trimestre dell’anno fiscale, ma aveva fornito previsioni poco ottimistiche per le spese nel settore. Cisco Systems aveva registrato un fatturato in crescita del 6,6%, ed entrate per 11,59 miliardi di dollari nel corso del periodo mentre gli analisti avevano previsto risultati leggermente inferiori.
Tuttavia, le intenzioni del management del gruppo erano già chiaramente quelle di attuare una riduzione delle spese mentre la società preferiva dichiararsi cauta per il resto dell’anno. L’azienda aveva previsto un aumento delle vendite tra il 2 e il 5% (tra 11,4 e 11,8 miliardi di dollari) mentre gli analisti, più fiduciosi, scommettono su una crescita maggiore (circa 12 miliardi di euro).