L’utile netto della banca spagnola Santander, numero uno nella zona euro per capitalizzazione, è crollato del 92,8% su base annua, precipitando a 100 milioni di euro, ben al di sotto delle aspettative di mercato. Il net banking è invece cresciuto del 6,3%, portandosi a 7,678 miliardi di euro.Nel corso del semestre, l’utile è sceso del 51% a 1,704 miliardi per un margine netto di intermediazione di 15.499 milioni (+8,4%). La banca ha precisato di aver accantonato 6,504 miliardi di euro per far fronte ai rischi di insolvenza e 2,780 miliardi per coprire il “rischio immobiliare in Spagna”.
Le autorità spagnole hanno imposto alle banche di ripulire una volta per tutte i propri bilanci degli asset immobiliari rischiosi, in modo da realizzare oltre 80 miliardi di nuovi accantonamenti per il 2012.
Santander ha dichiarato di aver già raggiunto oltre il 70% del suo programma di accantonamenti (che ammonta a 8,8 miliardi di dollari in totale), nel quadro di questo nuovo standard.
La situazione delle banche spagnole è particolarmente difficile: dopo lo scoppio nel 2008 della bolla immobiliare, gli istituti sono divenuti deboli e vulnerabili, proprio in virtù della massccia esposizione a tale settore, al punto da spingere l’Eurogruppo a siglare un accordo per un aiuto finanziario, che sarà concesso nei prossimi mesi e potrebbe arrivare fino a 100 miliardi di euro.
Santander, tuttavia, ha assicurato che non avrà bisogno di questo intervento europeo. La banca continua ad aumentare il proprio capitale per far fronte alla crisi, particolarmente violenta in Spagna alla fine di giugno, mentre il suo livello di “core capital” ha raggiunto il 10,10%, contro il 9,20% dello scorso anno. Ma il suo tasso dei prestiti in sofferenza (soprattutto prestiti immobiliari che non possono essere rimborsati) continua a salire, al 4,11% contro il 3,78% registrato un anno prima.
Il gruppo continua a guidare la crescita in America Latina, anche se l’utile netto del semestre è sceso dell’8,8%, a 2,240 miliardi (in virtù della cessione di asset), e la regione rappresenta ormai il 50% del suo profitto (incluso il 26% per il Brasile), contro il 44% di un anno fa.
In Europa continentale, la banca soffre molto di più, con un utile netto in calo del 23,3%, a 1,211 miliardi, mentre nel Regno Unito è balzato del 48,6%, schizzando a 566 milioni di euro (nel 2011 sui risultati deludenti avevano inciso gli accantonamenti straordinari). L’attività rallenta, tuttavia, negli Stati Uniti, dove l’utile netto è diminuito dell’ 11,8%, a 456 milioni di euro.
Santander ha sofferto meno rispetto alla concorrenza le difficoltò cui la Spagna sta facendo fronte, in virtù della sua forte diversificazione internazionale, in particolare nei paesi emergenti come Brasile, Messico, o in Polonia.
La Spagna ha ricevuto un sostegno finanziario fino a 100 miliardi di euro dai suoi partner europei per ricapitalizzare le banche, minate dalla caduta dei prezzi degli immobili e dalla contrazione economica.
Santander, insieme a BBVA e a CaixaBank sono le uniche, tra le banche spagnole, a non aver bisogno di un apporto di capitale, anche in uno scenario di stress, secondo i risultati di verifiche indipendenti arealizzate su richiesta del governo.