Andrew Mason, fondatore di Groupon, è soddisfatto: nonostante le difficoltà in Europa e i continui investimenti in tecnologia e infrastrutture i risultati del trimestre sno più che soddisfacenti. La società, con sede a Chicago, ha infatti registrato un incremento del fatturato del 44,8%, a 568,3 milioni di dollari (459,2 milioni di euro), archiviando il trimestre con un utile netto di $ 28,4 milioni per le sue attività tra aprile e la fine di giugno. Un risultato che contrasta con la perdita di 107,4 milioni di dollari accusata lo scorso anno nello stesso periodo e che in parte beneficia di una riduzione del budget di marketing del 58% in un anno.
Il dato è tuttavia inferiore alle stime degli analisti, la maggior parte dei quali aveva previsto un fatturato pari a 573,3 milioni di dollari. Groupon sembra aspettarsi un rallentamento della crescita e una contrazione del fatturato, atteso tra 580 e 620 milioni per il trimestre in corso e contro i 604 milioni attesi dagli analisti.
Questi risultati sono stati annunciati subito dopo la chiusura del mercato, e si sono tradotti in un crollo del 19,78% del valore delle azioni, precipitate a 6,06 dollari nel commercio elettronico al termine della sessione. Il titolo era stato introdotto lo scorso novembre a 20 dollari tra i dubbi sollevati circa la redditività dell’impresa e il suo modello di business.
A livello internazionale, dove Groupon genera più della metà dei suoi ricavi ($ 308 milioni), la crescita non è stata così forte tra aprile e giugno, raggiungendo il 30,9%. In Nord America, Groupon è invece cresciuto del 65,5%, con entrate pari a $ 260 milioni.
Un gap che l’azienda imputa alla crisi in Europa e a un tasso di cambio sfavorevole. “Abbiamo approfondito il nostro rapporto con una base crescente di rivenditori in tutto il mondo”, ha anche cercato di rassicurare il l’amministratore delegato della società, Andrew Mason, in occasione della presentazione dei risultati. Nonostante una base di clienti in realtà in aumento, questa tendenza sta rallentando. Groupon dispone di 38 milioni di clienti attivi, una cifra che è aumentata del 65% anno su anno, ma solo del 12,7% negli ultimi sei mesi, e del 3,2% negli ultimi tre.
Facebook e Zynga hanno già pagato il prezzo della diffidenza e dello scetticismo degli investitori. Se la cautela adottata nei confronti delle stelle della Silicon Valley è relativamente recente e fa ancora notizia, i guai di Groupon non sono una novità. Prima della IPO, le autorità finanziarie avevano costretto il gruppo a rivedere ben due volte i suoi conti.