Dove c’è Barilla, c’è casa: è questo il celebre slogan dell’altrettanto famosa multinazionale emiliana alimentare, la cui fame di espansione non sembra mai essere saziabile. In effetti, la compagnia di Parma ha trovato “casa” anche negli Stati Uniti, tanto che esiste una strategia ben precisa per aprire una catena di ristoranti oltreoceano. Il debutto ufficiale in questo senso dovrebbe avvenire verso la fine del prossimo anno a New York, come ha già spiegato in una indiscrezione un quotidiano importante come il Wall Street Journal. Ma l’internazionalizzazione non si ferma certo qui.
In pratica, si guarda con estrema attenzione anche al Sudamerica, in particolare il mercato emergente più interessante in questo momento, vale a dire il Brasile. Allo stesso tempo, Barilla si dovrebbe “sbarazzare” di quegli assets cosiddetti non-core, come ad esempio Lieken, una cessione che seguirebbe da vicino quella recente di Number One. Insomma, la società parmigiana vuole rendere prioritaria la produzione e commercializzazione della pasta e non è casuale che il prossimo mese di ottobre si apra un nuovo stabilimento in quel di Rubbiano di Solignano (provincia di Parma), un impianto industriale che garantirà 120 posti di lavoro per un investimento complessivo di quaranta milioni di euro (la lavorazione dei sughi pronti sarà fondamentale in questo senso).
Il Made in Italy, ovviamente, non potrà mai mancare, una vocazione essenziale per la Barilla. Gli americani, d’altronde, sono sempre più pazzi per la pasta e i carboidrati, mentre i cibi già pronti sono riusciti a totalizzare ben quattro miliardi di confezioni per quel che riguarda le vendite. Inoltre, le scelte commerciali dell’azienda emiliana sono state fatte alla luce delle nuove possibilità di spesa dei consumatori europei, alle prese con una forte crisi economica. Se poi si pensa che dei quasi quattro miliardi di euro di fatturato dello scorso anno ben 365 sono ascrivibili agli Stati Uniti, allora si capisce bene il perché della nuova rotta.