L’Antitrust Ue ha aperto un’inchiesta formale contro la Gazprom, il gigante russo del gas. Oggetto delle indagini l’eventuale e possibile alterazione dei prezzi delle forniture di gas verso il vecchio Continente, il meccanismo che lega il prezzo del metano al prezzo del greggio, e l’insicurezza nelle forniture. Una serie di analisi che l’Antitrust sta formulando, e che potrebbero concludersi con risultati non certo soddisfacenti per la Gazprom, sempre più al centro delle critiche, con l’avvicinarsi della stagione invernale europea.
L’Europa, insomma, vuole finalmente capire se Gazprom abbia realmente impedito la competizione sui mercati del gas nell’Europa centrale e orientale, in violazione delle norme che regolano la libera concorrenza dell’Unione Europea. La notizia, diffusa da alcuni rumors tra i principali media online, è stata successivamente confermata dagli stessi uffici Antitrust della Commissione Europea a Bruxelles.
Stando alle motivazioni indotte per l’avvio dell’inchiesta, alla base vi sarebbero le “preoccupazioni che Gazprom possa abusare della sua posizione di mercato dominante nei mercati di fornitura upstream”. L’Antitrust sospetta che la Gazprom abbia “impedito la diversificazione dell’approvvigionamento del gas”, mettendo così a rischio la fornitura costante e regolare nei Paesi europei, e imponendo ai propri clienti prezzi del gas ingiustificati, legandoli in maniera non corretta a quelli del petrolio.
A divenire “vittime” del cattivo comportamento di Gazprom sarebbero stati principalmente i mercati di Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lituania, Lettonia, Ungheria e Bulgaria. L’inchiesta è iniziata a girare nelle scrivanie dell’Antitrust lo scorso anno, quando la Commissione sospettò dei comportamenti di Gazprom, immaginando che il colosso russo aggirasse le regole sulla concorrenza con atti unilaterali o con accordi con le compagnie nazionali. Un’inchiesta che è partita laddove la precedente indagine, datata 2007, si era fermata: la possibile esistenza di una influenza del gigante energetico nei confronti di un mercato del gas che appare inefficace e costoso in termini di rincari dei carburanti, a causa degli alti livelli di concentrazione del mercato, e della possibile collisione tra operatori storici per la ripartizioni dei mercati.