Banca Monte dei Paschi di Siena ha fatto sapere che la cessione della quota dell’istituto toscano in Biverbanca è stata bloccata per iniziativa delle due fondazioni coinvolte: nello specifico, si tratta di quella della Cassa di Risparmio di Biella e di quella della Cassa di Risparmio di Vercelli. La vendita a un’altra cassa di risparmio, quella di Asti, della partecipazione in Biverbanca è già stata annunciata da diverso tempo, ma ora bisogna fare i conti con questa novità.
Nel dettaglio, quanto comunicato a Mps non lascia spazio a dubbi: in pratica, lo stop a cui si sta facendo riferimento si è reso necessario alla luce della mancata approvazione del progetto, il quale prevede la scissione della quota detenuta dalla Banca d’Italia in Biverbanca, in modo che si possa poi completare la successiva vendita alla Cr di Asti (la quota prevista ammonta al 60,42% per la precisione). L’istituto di credito toscano non si è però perso d’animo e ha già comunicato quali saranno le alternative in questo senso: l’obiettivo finale rimane sempre quello di vendere la partecipazione di cui si sta parlando, ma il piano dovrà necessariamente mutare.
La Rocca Salimbeni ha predisposto un piano industriale ben preciso che va da oggi al 2015, ma i traguardi da raggiungere sono ambiziosi, come ad esempio la riduzione dei costi, la razionalizzazione della produzione con un utile netto consolidato di 630 milioni di euro e una componente primaria di capitale (quella che viene definita in gergo anglosassone come “common equity Tier 1”) in linea con i dettami di Basilea III (8,07 punti percentuali). Il titolo Mps ha beneficiato la scorsa settimana di un rally importante, guadagnando quasi l’11% venerdì scorso, grazie soprattutto al migliore rendimento di cui beneficiano i nostri titoli di Stato. L’esposizione al rischio del settore bancario rimane però ancora molto alta e non si può davvero abbassare la guardia neanche un istante.