La notizia ha sorpreso (quasi) tutti. Mediaset, la società di Cologno Monzese riconducibile alla famiglia Berlusconi, scende in campo nella partita che potrebbe portarla a rilevare gli asset di La7, controllata da Telecom Italia. In ballo vi sarebbero anche le attività di Cairo e di Discovery Channel, per un mosaico che potrebbe cambiare radicalmente il panorama della televisione e dei media italiani. L’ostacolo più grande (oltre che finanziario) sembra tuttavia essere rappresentato dai paletti dell’Antitrust. Ma cosa c’è di vero dietro tutto ciò?
Entro il prossimo 24 settembre, si legge sui principali quotidiani, Mediaset dovrebbe lanciare un’offerta di acquisto di La7. Il termine non è causale: scade in tale giorno la data per la consegna di proposte “non vincolanti”. “Secondo quanto anticipato dall’agenzia economica Radiocor, e confermato a Repubblica da fonti vicine alla società” – afferma lo stesso quotidiano nella sua edizione online – “Mediaset presenta una doppia manifestazione di interesse: la prima riguarda l’emittente televisiva La7, la seconda – attraverso la controllata Ei Towers – l’infrastruttura per le frequenze. Di fatto, in questa fase dell’asta i potenziali acquirenti non avanzano ancora una proposta economica, ma si limitano a dirsi interessati per poter accedere ai dati delle aziende messe in vendita da Telecom, per poi decidere in una seconda fase se presentare una proposta concreta. Da qui, la possibilità che quella di Mediaset sia una mossa di disturbo nei confrondi di soggetti che potrebbe diventare loro concorrenti. Del resto, i soggetti che stanno guardando a La7 e alle sue frequenze – nell’asta gestita da Mediobanca e dalla banca americana Citigroup – sono oltre dieci con tre potenziali acquirenti sui canali televisivi: il gruppo Cairo, Discovery Channel e, appunto, Mediaset”. In corsa per i multiplex, oltre a Ei Towers, vi sarebbero inoltre gli spagnoli di Abertis e alcuni fondi infrastrutturali.
Ma il vero ostacolo all’orizzonte si chiama Antitrust, visto e considerato che stando alle regole in vigore, i gruppi televisivi non possono controllare più di cinque multiplex a testa, e la raccolta pubblicitaria allargata non può eccedere il 20%.
Vedremo domattina come reagirà la borsa, che si è sempre rivelata molto suscettibile nei confronti delle news e dei rumors su Mediaset.