Non si tratta certo di una rivoluzione epocale, ma qualcosa intanto comincia a muoversi: le tariffe dei carburanti italiani continuano a rimanere piuttosto elevate, ma nel frattempo in Toscana viene cancellata a partire dalla giornata odierna l’addizionale regionale, una delle imposte più odiate in questo senso, visto che fa lievitare il prezzo finale di benzina e gasolio. Nel dettaglio, lo sforzo della regione è quantificabile in cinque centesimi di euro, somma a cui va aggiunta l’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva). I distributori no-logo (quelli che sono meglio noti come “pompe bianche”) hanno provveduto a ribassare il loro tariffario, mentre gli altri marchi sono in lieve calo.
Secondo Quotidiano Energia, la decisione della Toscana ha avuto un effetto benefico sulle medie del centro Italia, dunque si può solo immaginare cosa accadrebbe se anche altre regioni seguissero lo stesso esempio. Entrando maggiormente nel dettaglio numerico, c’è da dire che i picchi maggiori per quel che concerne i carburanti sono scesi, ma non in modo troppo evidente: ad esempio, la benzina è verde si è attestata a quota 1,976 euro al litro (un valore davvero troppo vicino ai due euro per essere definito normale), mentre il diesel è giunto fino a 1,835 euro.
Al contrario, il gpl (gas di petrolio liquefatto) ha continuato a salire, con gli 0,854 euro attuali che mettono in luce un ulteriore rincaro rispetto alle ultime settimane. Lo stesso quotidiano delle fonti energetiche ha poi voluto sottolineare come il prezzo medio che viene praticato per la benzina (si tratta della modalità “servito”) sia pari a 1,892 euro al litro nel caso di Eni, mentre la Tamoil si è fatta notare per i suoi 1,905 euro. A conti fatti, si capisce come il problema potrà essere risolto soltanto quando ci sarà un impegno condiviso nell’eliminare l’eccessiva tassazione che attualmente grava sui carburanti, altrimenti i rincari saranno all’ordine del giorno.