L’Unione delle Banche Italiane (Ubi Banca) sta mostrando, nonostante le difficoltà interne, di avere a cuore il sistema imprenditoriale, specialmente quello che fa capo ad Assolombarda: quest’ultima non è altro che l’associazione che riunisce le imprese industriali e quelle del settore terziario dell’area milanese. Entrando maggiormente nel dettaglio, l’istituto di credito bergamasco ha deciso di avviare un progetto insieme all’ente lombardo, vale a dire “T2 Territorio per il Territorio”. Di cosa si tratta esattamente? La banca si impegnerà a emettere un prestito di tipo obbligazionario, con l’ammontare complessivo che sarà pari a venti milioni di euro.
In aggiunta, verrà richiesta l’ammissione alla quotazione sul Mot di Borsa Italiana (l’acronimo in questione identifica il Mercato Telematico Obbligazionario). Il prestito non sarà però elargito a tutti, ma solamente a chi avrà dimostrato di aver apportato nuove disponibilità finanziarie nell’arco temporale relativo al collocamento presso le divisioni di Banca Popolare Commercio e Industria (si tratta della capofila della situazione), ma anche del Banco di Brescia e della Banca Popolare di Bergamo. Non bisogna neanche dimenticare che il progetto di Ubi e Assolombarda prevede un livello massimo superiore di due volte rispetto all’importo nominale del prestito obbligazionario che si sarà sottoscritto: la cifra servirà per erogare dei finanziamenti specifici, in modo da perfezionare dei programmi di sviluppo, progetti di reti di impresa, innovazione tecnologica e internazionalizzazione, oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla riqualificazione dei dipendenti dal punto di vista professionale.
Un commento interessante a questa iniziativa è giunto direttamente dalla direzione generale di Ubi Banca: l’istituto vuole diventare un punto di riferimento per le piccole e medie imprese attive sul territorio in questo momento economico così complicato. Se si riuscisse a capire più spesso che strumenti e canali di questo tipo sono necessari ogni giorno e non soltanto di grado, allora l’economia italiana potrà ingranare nuovamente le marce più potenti.