Una situazione a dir poco drammatica: Sopaf (Società Partecipazioni Finanziarie), celebra spa milanese attiva nel campo delle partecipazioni finanziarie, deve fare i conti con un buco di bilancio pari a ben 120 milioni di euro, un importo in denaro che al momento nessuno sembra poter limitare. È proprio per questo motivo che il consiglio di amministrazione del gruppo si è deciso ad adottare soluzioni drastiche. In pratica, tutte le trattative poste in essere con i soggetti terzi non sono riuscite a concretizzarsi, nonostante ci si aspettasse da esse una sorta di soluzione di continuità; di conseguenza, si è puntato sul concordato preventivo di natura liquidatoria.
Qualche segnale lo si era già avvertito nel corso della giornata di ieri a Piazza Affari, visto che il titolo azionario ha visto sospendere le sue contrattazioni. Che cosa accadrà ora? Tutti i dettagli e i contenuti di tale concordato verranno dettagliati entro il termine temporale che è stato fissato e stabilito dal Tribunale di Milano, vale a dire il prossimo 22 novembre, tra poco più di un mese. Il numero due di Sopaf dovrà ora convocare l’assemblea degli azionisti, in modo da perfezionare la nomina di quelli che saranno i liquidatori.
In aggiunta, è necessario che lo stesso vicepresidente ritiri il progetto di bilancio alla data dello scorso 31 dicembre e che è stato redatto sul presupposto di una continuità aziendale: quest’ultima non è più possibile e un progetto nuovo di zecca si impone, un documento che dovrà evidenziare come lo scenario sia cambiato radicalmente. Intanto, Giorgio Magnoni ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di amministratore delegato. La convocazione dell’assemblea citata in precedenza deve avvenire senza alcun indugio, come si evince chiaramente dal comunicato del cda. Allo stesso tempo, vi sono state altre dimissioni, ovvero quelle di Luca Magnoni, il quale ha rimesso le deleghe operative che gli erano state conferite dal consiglio.