Il peggio della crisi è passato, ma il credito bancario non tornerà ai livelli pre crisi. Ad affermarlo, sulle pagine di Milano Finanza, è l’amministratore delegato di Unicredit, Ghizzoni, secondo cui “non dobbiamo farci illusioni sul fatto che il credito tornerà ad essere abbondante e tanto come nel periodo pre crisi. Ciò per diverse ragioni. Innanzitutto il mercato interbancario non è di fatto ripartito, il credito continuerà a essere più caro e non possiamo pensare che si torni ai livelli del 2007-2008. Incidono anche le nuove regole di Basilea 3, che devono essere gradualmente digerite. Se da un lato abbiamo un credito che costerà di più, dovremo essere più selettivi. Ecco perché i giovani imprenditori devono aiutarci a conoscere meglio le loro imprese” – ha affermato il manager.
Ghizzoni parla poi di Unicredit, e sottolinea la ferrea volontà del gruppo nel voler continuare a investire in Italia, nonostante la difficile situazione economico finanziaria nazionale. “Se guardassimo i criteri solo finanziari non è scontato che la banca continuasse a investire in Italia. Abbiamo il problema dei tassi, in Italia abbiamo circa 15 punti di differenza tra noi” e gli altri Paesi – ha affermato l’amministratore delegato, per poi aggiungere – “Stesso discorso per quanto riguarda le aspettative di crescita del nostro Paese. Le stime ci dicono che ci saranno paesi che nel 2015 cresceranno 3-4 volte di più rispetto all’Italia e quindi anche i profitti attesi saranno diversi. Oggi siamo intorno all’1-2% in Itaia sul ritorno di capitale, ma abbiamo Paesi dove siamo abbandontemente oltre il 10%”.
Ad ogni modo, conclude l’amministratore di Piazza Cordusio “ci vogliamo rimettere in gioco e abbiamo deciso di investire in Italia in modo significativo. In termini di credito la nostra intenzione è tra il 2012 (dove abbiamo erogato 8,5 mld di credito nuovo) e fine 2015 circa 40 mld di credito aggiuntivo che il grippo si impegna a fare, parlo di pmi. Ci sono 30 mld che vorremmo erogare alle famiglie e in totale sono 70 mld. C’è un grande sforzo da parte del gruppo per dare appoggio all’internazionalizzazione delle imprese perchè crediamo che l’export è determinate per l’uscita dalla crisi. In termini di fatturato le aziende che esportano crescono di più, sono più ottimiste , investono di più, il cash flow è migliore e hanno meno dipendenza dalle banche. Insomma hanno un futuro”.