L’inclusione finanziaria sta coinvolgendo sempre più cittadini nel nostro paese: in particolare, il 75% delle famiglie italiane può vantare la titolarità di un conto corrente in un istituto di credito o presso il BancoPosta. Sono questi i dati più interessanti che si possono ricavare dall’analisi condotta dall’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei migranti. Come ha spiegato Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana), l’Italia è riuscita a costruire una immigrazione di tipo strutturale e rilevante. I migranti sono dunque diventati una componente essenziale e fondamentale, tendendo conto delle dinamiche che hanno caratterizzato la demografia e appunto l’economia.
I conti correnti che sono intestati ai “nuovi” italiani sono quasi due milioni (1,8 per la precisione), a conferma di un trend piuttosto chiaro. Il convegno di ieri a Roma ha voluto sottolineare tutto questo, dato che il fenomeno può migliorare l’individuazione di strategie integrate e i rapporti tra i vari soggetti che sono coinvolti, al fine di creare nuovo valore per le persone e per la nazione stessa, sia dal punto di vista economico che da quello culturale. Le nazionalità prese in considerazione dall’Osservatorio sono state ventuno, vale a dire l’88% degli immigrati che risiedono nel nostro paese.
Alla fine del 2010, inoltre, i conti correnti intestati ai migranti presso banche e BancoPosta erano 1,782 milioni: di conseguenza, è stato anche possibile capire quale sia in termini reali l’indice di bancarizzazione, ovvero un interessante 61,2%. Le regioni settentrionali hanno fornito il contributo maggiore da questo punto di vista, con un indice pari al 67%, dunque ben al di sopra della media nazionale; il centro vanta invece un indice inferiore (53%), mentre al Sud è piuttosto basso (21%). Le principali nazionalità sono quella egiziana, tunisina, peruviana e cinese, con i relativi migranti che si sono dimostrati i più attivi in ambito bancario. Riguardo, infine, alle rimesse, lo scorso anno le uscite sono ammontate a 7,4 miliardi di euro.