Gazprom ha ufficializzato un nuovo investimento nella tratta sottomarina South Stream. Due giorni fa, nel corso di un consiglio di amministrazione della società South Stream Transport, comporto dai rappresentanti di Gazprom, di Eni, di EDF e di BASF, sono state discusse alcune questioni chiave relative all’implementazione del progetto South Stream, assumendo nel contempo la decisionale finale di investimento riguardante la tratta sottomarina appena ricordata, relativa al gasdotto omonimo.
A rendere nota tale decisione è stata la stessa Gazprom (qui nel mirino dell’Antitrust) in un comunicato stampa diffuso in favore degli stakeholders. “Il contributo di South Stream alla sicurezza energetica in Europa non deve essere sotto-stimato” – ha dichiarato Alexei Miller, amministratore delegato di Gazprom – “Esso crea delle rotte alternative ed affidabili di fornitura del gas naturale per i nostri clienti. Vorrei congratularmi con tutti noi per la decisione assunta quest’oggi che rappresenta l’inizio dell’implementazione del progetto South Stream”.
Nell’occasione, il consiglio di amministrazione ha approvato la registrazione della societa’ South Stream Transport ad Amsterdam. “E’ stato anche evidenziato che l’implementazione del progetto verra’ portata avanti in accordo con le tempistiche stabilite dal consiglio di amministrazione stesso ad inizio anno” – riporta l’Asca.
“Il mercato mondiale del gas” – ricordava il quotidiano pochi giorni fa – “si sta arricchendo di nuove fonti, il gas estratto dalle rocce e il gas liquido; le analisi sul futuro della domanda europea seguono direzioni diverse, e non poche prevedono un calo; l’Unione europea mette in discussione il ruolo dominante della Russia, e si sforza di diversificare le rotte e i fornitori. Eppure Gazprom ha fretta; Vladimir Putin ha fretta. Prima che entri in vigore – nel marzo prossimo – il Terzo pacchetto che ridisegnerà il mercato europeo dell’energia, e prima che progetti rivali facciano troppi passi avanti, i russi stringono i tempi per South Stream. Scrollano i dubbi sull’opportunità di un progetto molto costoso, perché lontano dai giacimenti siberiani e per le sfide che dovrà affrontare, a 2mila metri di profondità sotto il Mar Nero; assicurano che – malgrado il via libera da Bruxelles debba ancora arrivare – il gasdotto non violerà le regole europee anti-monopolio. E danno così per South Stream un luogo e una data di nascita: il 7 dicembre, sulla costa russa del Mar Nero ad Anapa (regione di Krasnodar), là dove prenderà il largo il tratto offshore del gasdotto. «È deciso, partiamo con la costruzione», annuncia Leonid Chugunov, responsabile per la gestione del progetto. Un costo previsto di 16 miliardi di euro (10 per la parte sottomarina e 6 per quella terrestre), una capacità massima di 63 miliardi di metri cubi all’anno, a partire dal 2015”.