La concessione di garanzie collettive fidi potranno diventare presto anche una prerogativa delle cooperative di servizi e di quelle sociali che vantano oltre 250 occupati: il ricorso in questione è stato assicurato dalla Cooperfidi Italia, la quale altro non è che il consorzio del nostro paese che si occupa di garantire proprio i fidi delle centrali cooperative, in modo da rendere ancora più agevole il loro accesso al credito. Entrando maggiormente nel dettaglio di questa novità, c’è da sottolineare come la stessa associazione abbia deliberato in tal senso nel corso di questa settimana. La norma in questione serve proprio per rendere ancora più ampio il raggio di attività per quel che concerne il rilascio delle garanzie: l’obiettivo, come è piuttosto semplice intuire, è quello di coinvolgere anche quei soggetti che non possono essere considerati “associabili”.
Nel novero appena descritto, infatti, rientrano a pieno titolo le cooperative che non rappresentano in alcun modo la piccola e la media impresa per via dei parametri di cui sono in possesso (ad esempio, si può fare riferimento al limite delle 250 unità lavorative che sono attive, il quale viene superato proprio da queste ultime). Che cosa bisogna attendersi a questo punto? Il consorzio per i fidi in garanzia avrà la facoltà di dare in prestito delle garanzie alle imprese cooperative, oltre a quelle che appartengono ai gruppi (al cui interno vi sia una cooperativa che svolge le funzioni di capofila): in aggiunta, non bisogna dimenticare che il fatturato complessivo sia più basso di cinquanta milioni di euro, senza dimenticare l’attivo di bilancio, anch’esso inferiore alla soglia dei quarantatré milioni di euro.
Tra l’altro, la prestazione della garanzia a cui si sta facendo riferimento deve anche essere subordinata al pagamento del cosiddetto “contributo alla mutualità”, il cui ammontare è praticamente identico a quello del capitale sociale che la cooperativa avrebbe versato nel caso fosse stata associabile al consorzio fidi.