L’agenzia di rating Fitch, recentemente al centro di una serie di iniziative che l’hanno vista coinvolta direttamente in causa con Standard & Poor’s, e successivamente in grado di preannunciare un’uscita informativa dal Paese, torna a far parlare di sè, affermando che la maggior parte delle diminuzioni di rating di banche nel terzo trimestre sono avvenuti nei paesi avanzati, mentre gli istituti dei Paesi emergenti hanno mostrato una maggiore stabilita’ del merito di credito. Complessivamente, afferma Fitch riassumendo quanto accaduto nel corso degli ultimi mesi, il 69% dei downgrade e’ avvenuto nei paesi sviluppati e per il 45% in Europa, “in relazione per la maggiore parte a banche italiane e spagnole”.
Ancora, Fitch afferma come nei Paesi avanzati, outlook o credit watch negativi sono associati al 30% dei rating, mentre la percentuale scende al 19% per gli emergenti, anche se è praticamente doppia rispetto a fine 2011. Come riportato sul sito internet di Borsa Italiana sulla base di una news del Radiocor de Il Sole 24 Ore, “a livello globale un terzo delle banche ha un rating della gamma ‘BBB’, suddiviso quasi equamente tra paesi sviluppati e emergenti. Per contro il 40% delle banche dei Paesi avanzati ha un rating nella fascia ‘A’ contro il 17% di quelle dei Pvs. Nel caso delle sette banche italiane declassate nel corso del trimestre, Fitch spiega che il downgrade “riflette l’indebolimento della loro forza intrinseca, a causa del difficile contesto operativo, che limita l’accesso alla provvista e mette sotto pressione la redditivita’”. Le prospettive negative sono legate al’outlook negativo sul rating sovrano e al fatto che la ripresa economica ancora non si vede”.
Vedremo, nel corso dei prossimi mesi, se le ondate di downgrade che hanno coinvolto molti player di principale riferimento nel mondo bancario italiano e internazionale, proseguiranno sullo stesso trend. L’impressione è che gli outlook negativi nel settore possano sprecarsi: voi che ne pensate?