Nel corso dei primi nove mesi del 2012 sarebbe cresciuto in maniera considerevole il numero di imprese italiane fallite. Stando ai dati forniti dal Cerved, infatti, i fallimenti avrebbero sfiorato quota 9 mila unità, in incremento del 2 per cento su base annua. A tali dati si aggiungano altre 1.500 procedure concorsuali non fallimentari (in incremento del 7,3 per cento) e 45 mila liquidazione (in aumento dello 0,3 per cento). Ampliando lo spettro d’analisi anche alle liquidazioni volontarie e alle procedure concorsuali, i “decessi” di impresa sono stati 55 mila, in incremento dello 0,8 per cento.
“Il forte aumento del numero di imprenditori che decidono volontariamente di liquidare le proprie societa’” – ha commentato Gianandrea de Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group – “e’ un aspetto che fa riflettere, soprattutto se a chiudere sono imprese in grado di creare ricchezza. Le liquidazioni aumentano anche tra societa’ sane, che probabilmente hanno aspettative pessimistiche sul futuro. Capire le ragioni del fenomeno e il destino di queste societa’ e’ fondamentale per invertire le tendenze in atto”.
“I dati relativi alle societa’ di capitale, da cui si sono escluse le cosiddette scatole vuote (aziende attive sulla carta ma che di fatto non operano sul mercato), consentono di misurare con accuratezza l’impatto della crisi su settori e aree geografiche, e segnalano alcuni fenomeni non evidenti dall’analisi dei soli default” – continua invece una nota di MF Dow Jones apparsa sul sito di Borsa Italiana – “Le chiusure crescono in particolar modo nei settori delle costruzioni (+9,9%), del terziario (+6,3%) e nella manifattura (+1,5%). A subire l’impatto maggiore sono il sistema casa (+4,9%), il sistema moda (+4,5%) e il comparto utility/energia (+4,5%). Tra le regioni, quelle che hanno avvertito piu’ pesantemente la crisi risultano Marche (exit ratio pari al 3,7%), Lombardia (3,7%) e Puglia (3,6%)”.
Abbiamo parlato più volte del tema in queste settimane e negli ultimi mesi. Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo alle novità del decreto Crescita sui fallimenti.