Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, si è detto “preoccupato” sulla situazione Fiat, poiché “mancano investimenti (…) Già essere una sottomarca della Chrysler sarebbe un buon risultato, ma il Lingotto sembra non essere determinato a uscire dalla perdita di peso in Europa del marchio con una politica di sviluppo” – ha poi aggiunto Passera, evidentemente piuttosto scettico sulle reali intenzioni dell’azienda torinese a superare la crisi con nuovi impieghi nel settore auto.
Il ministro, che è intervenuto al MAXXI di Roma in un dibattito con Aldo Cazzullo e Beppe Severgnini, ha poi detto come immagina l’Ilva e la Fiat tra cinque anni: “Per l’Ilva” – ha dichiarato Passera – “scommetto sul fatto che avrà fatto o sarà stata costretta a fare gli investimenti necessari per far andare d’accordo salute e lavoro. Molto più difficile è la previsione sulla Fiat (qui alle prese con un corposo calo delle immatricolazioni francesi, ndr) e sono molto più preoccupato perchè già essere una sottomarca della Chrysler sarebbe un buon risultato, se fatto bene”.
Invece, ha poi proseguito il ministro, “oggi siamo in una situazione di non chiarezza degli investimenti e di perdita di peso del marchio Fiat in Europa, a cui mi immagino si risponderà con concretezza. Ma la determinazione a superare la crisi con gli investimenti nel campo dell’auto non la vedo”. Il governo da Fiat “aspetta i fatti. Noi ci stiamo impegnando per fare la nostra parte, dove è possibile”.
Infine, il ministro ha parlato altresì di un eventuale futuro dopo il governo Monti. “Se ci potrà essere qualcosa che continui e allarghi il lavoro di adesso non mi tirerò indietro ma solo dopo aver terminato il lavoro attuale. Voglio restare fedele a ciò che ho detto in altre occasioni. Stiamo completando il lavoro con grande impegno. Credo che il prossimo governo dovrà essere fortemente politico perchè il lavoro dei prossimi cinque anni consisterà nel ridisegnare e rilanciare il nostro Paese che ha bisogno dell’appoggio della gente” – ha concluso Passera.
Passera continua la sua marcia per candidarsi a ministro del prossimo, tragicomico, governo della sinistra, che più rifondatrice non si può.