Continuano a crescere, in Italia, i prestiti delle imprese richiesti per far fronte ai pagamenti delle tasse. A sostenerlo è un recentissimo sondaggio, secondo cui la pressione fiscale subita dalle piccole o medie imprese nazionali sarebbe cresciuta del 22,6 per cento, con ciò che ne consegue sul fronte della stabilità economico finanziaria degli imprenditori tricolori. I numeri dicono altresì che il 74 per cento delle imprese – ovvero, più di 1,067 milioni di imprenditori – ha registrato un incremento del carico delle tasse e delle imposte.
“Il sondaggio” – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, che insieme all’Ispo ha condotto l’analisi di cui oggi vi parliamo – “conferma quanto denunciamo da tempo a proposito dell’impennata della pressione fiscale sul sistema produttivo. Secondo le nostre rilevazioni, nel 2012 le entrate fiscali sono cresciute di 24,8 miliardi, al ritmo di 47.238 euro al minuto, e hanno raggiunto il livello del 44,7% del Pil, con un aumento di 2,2 punti in un solo anno. Tra il 2005 e il 2013 l’incremento delle entrate fiscali ‘assorbe’ il 97,3% dell’incremento del PIL. Sono numeri che parlano chiaro: se vogliamo ritrovare la strada per uscire dalla crisi, è indispensabile intervenire per ridurre la pressione fiscale sulle imprese” (vedi anche In aumento le sofferenze delle imprese Italiane).
Come da titolo del nostro approfondimento odierno, l’incremento della pressione fiscale ha condotto gli imprenditori italiani in una sgradevole situazione di squilibrio. Basti considerare il 33 per cento degli imprenditori che afferma di essere stato costretto a ritardare il pagamento dei propri fornitori, o il 29 per cento degli stessi che invece ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a produrre nuovi investimenti in azienda.
Per il 26 per cento delle imprese l’accresciuto peso del fisco ha invece causato dei ritardi nel pagamento delle imposte. Ancora, il 16 per cento delle aziende ha rinunciato ad assumere personale, mentre il 14 per cento ha dovuto licenziare i dipendenti o ricorrere agli ammortizzatori sociali. Il 58 per cento degli intervistati – ovvero, 615 mila aziende – ha infine aggiunto che deve ricorrere a finanziamenti bancari – o a chiedere al fisco dilazioni di pagamento – per non finire nella black list nei confronti delle Entrate.