Il consiglio di amministrazione di Banca Carige (Cassa di Risparmio di Genova e Imperia) ha formalmente approvato le linee relative al piano di rafforzamento della struttura patrimoniale ed economica dell’istituto di credito ligure. Queste specifiche misure sono state indicate nel dettaglio dal direttore generale Ennio La Monica e prevedono degli interventi piuttosto mirati sul patrimonio stesso, ma anche sulla struttura dei costi e sulla rete. Come ha annunciato la banca genovese, vi sono dei numeri precisi a cui fare riferimento in questo caso. Anzitutto, se si guarda al patrimonio, è stato richiesto in maniera decisa un rafforzamento pari a ottocento milioni di euro, una operazione che potrà essere perfezionata in due modi.
Si tratta, nello specifico, della vendita degli assets finanziari non core e dell’aumento di capitale che potrà essere offerto in opzione agli azionisti del gruppo. Un potenziamento in questi termini della struttura significa sostanzialmente che si vanno a coprire tutte quelle esigenze che dipendono dall’orientamento che è stato espresso dalla Consob (Commissione Nazionale di Società e Borsa) per quel che riguarda la contabilizzazione dei profili di fiscalità differita.
D’altronde, Carige si sta riorganizzando da diverso tempo a questa parte ed è per questo motivo che è nata Banca Carige Italia. Quasi un anno fa (a maggio del 2012 per la precisione) sono stati comunicati dei dati ora corretti. In particolare, nel 2012 è stato determinato un beneficio economico di tipo non ricorrente e per un importo totale di 259,3 milioni di euro (non 715 milioni come evidenziato in precedenza). In aggiunta, si è corretto anche il beneficio in questione in termini di livello patrimoniale (259,3 milioni e non 601). Molti costi, poi, saranno ridotti, senza dimenticare l’esodo su base volontaria che riguarderà il periodo compreso tra quest’anno e il 2017: si sta parlando di 450 dipendenti, con una razionalizzazione che andrà a coinvolgere anche la rete distributiva.