Vodafone non si è certo attirata molte simpatie con la sua ultima mossa aziendale. Il colosso britannico delle telecomunicazioni ha infatti annunciato per il nostro paese ben settecento esuberi di tipo strutturale: già a partire da lunedì prossimo si apriranno le procedure di licenziamento collettivo e di mobilità, una situazione davvero scoraggiante (vedi anche Joint venture Vodafone-Telefonica). Le fonti sindacali hanno reso nota questa notizia: bisogna tenere conto che in Italia Vodafone impiega attualmente settemila dipendenti, pertanto gli esuberi andranno a riguardare un decimo della forza lavoro.
Il motivo di una decisione così drastica va cercato nel calo del numero di telefonate, visto che ormai ci si affida sempre di più al traffico in rete, i cui costi sono decisamente più vantaggiosi. Il risparmio dei tagli occupazionali sarà pari a ottanta milioni di euro ogni anno per quel che riguarda un periodo di tempo compreso tra diciotto mesi e due anni. Come è stato sottolineato dalla Uilcom Uil, comunque, la società telefonica è pronta a investire ancora nella rete e servizi con una cifra vicina al miliardo di euro.
Le critiche delle sigle sindacali non si sono fatte attendere, come ad esempio quella della Fistel Cisl (la Federazione sindacale della Cisl che associa i lavoratori dell’informazione, dello spettacolo e delle telecomunicazioni), la quale ritiene tutto questo inaccettabile. Il piano in questione ha reso evidenti come non mai gli effetti più negativi dell’attuale crisi economica, oltre alla pressione competitiva e al preoccupante calo delle tariffe. Il settore, di conseguenza, non può che risentirne nel peggiore dei modi. Gli ultimi due anni di Vodafone Italia, in particolare, sono stati caratterizzati da una costante erosione del fatturato e dei margini. L’azienda va comunque rilanciata dal punto di vista sostenibile: il percorso di condivisione con il sindacato prosegue come già negli anni passati, ma questa soluzione va a tutto svantaggio dei lavoratori.