Una proroga temporale di un anno. Il Portogallo potrà disporre di 365 giorni in più per realizzare il risanamento dei suoi conti dissestati, come è stato stabilito dalla cosiddetta Troika (Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea e Banca Centrale Europea) e annunciato poi in via ufficiale dal Ministero delle Finanze lusitano. Il piano originale, infatti, prevedeva che gli aiuti destinati al governo di Lisbona facessero rientrare il deficit di bilancio al 3% del prodotto interno lordo entro e non oltre il prossimo anno. Ora, invece, si è deciso di spostare l’arco temporale fino al 2015, visto che l’obiettivo è importante e strategico.
Come stanno andando le cose in territorio portoghese? Entrando maggiormente nel dettaglio della nazione iberica, nel corso del 2012 questo stesso deficit ha sfiorato il 5% del Pil, come previsto comunque dagli accordi in questione. Le altre percentuali sono state sostanzialmente revisionate. In pratica, nel 2013 bisognerà raggiungere il 5,5% e non più il 4,5%, mentre nel 2014 non più il 2,5% ma il 4%. Il 2015 dovrà poi essere l’anno della svolta in questo senso, con un rapporto pari a 2,5 punti percentuali, una soglia virtuosa che viene imposta dal patto di stabilità e crescita.
In particolare, le tre istituzioni hanno deciso di premiare l’impegno di Lisbona, in primis la tutela nei confronti del settore finanziario e le varie riforme strutturali che sono state introdotte. Gli ispettori hanno anche accertato come i debiti del settore privato si siano ridotti, altro segno tangibile degli sforzi profusi dal paese europeo. Bruxelles ritiene che la strada intrapresa sia quella giusta, dunque si può ben sperare per il Portogallo, anche se c’è ancora bisogno di programmi molto precisi e specifici, un punto su cui si è molto insistito. Il finanziamento attuale ammonta a cinquantadue miliardi di euro per quel che concerne l’Ue e altri ventisei miliardi da parte dell’Fmi, in attesa della revisione che diventerà realtà concreta il prossimo mese di maggio.