L’Italia sta forse tornando indietro nel tempo, quando il settore primario era in grado di trainare quasi da solo l’economia? Fare un paragone tra il XIX secolo e oggi è forse impossibile, ma comunque l’agricoltura sta recuperando posizioni rispetto agli ultimi anni, tanto da raggiungere il maggior numero in assoluto di lavoratori dipendenti (+3,6%, un vero e proprio record in questo senso). Tale trend fa da contraltare alla disoccupazione degli altri comparti. I numeri in questione sono stati ottenuti dall’ultimo Rapporto sulle tecnologie agricole verdi e resi pubblici ieri nel corso della Fiera della Meccanizzazione agricola di Savigliano: si tratta di un dossier stilato in maniera congiunta dalla Coldiretti e dalla Fondazione Symbola.
Ma che tipi di dipendenti fanno crescere il settore agricolo? Il tipico soggetto in questione ha un’età inferiore ai quaranta anni, con circa 57mila aziende che sono condotte e gestite dagli under-35. La presenza femminile è un altro elemento interessante. In effetti, quasi una impresa su tre viene condotta da una donna, senza dimenticare le ottime performance delle società agricole che sono solite investire nelle tecnologie green.
In pratica, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2011, quasi il 55% delle imprese totali ha reso nota la riduzione dell’utilizzo energetico e idrico, mentre circa un quinto di esse è stato capace di diminuire in maniera sensibile i fertilizzanti e i fitofarmaci (tema caro all’Unione Europea per quel che riguarda la Politica Agricola Comune). Tra l’altro, non è nemmeno un caso che il nostro paese sia primo in Europa per quel che concerne la produzione dei macchinari agricoli, con duemila aziende e più di 31mila addetti. Di conseguenza, il fatturato del 2012 è stato pari a 7,3 miliardi di euro, di poco inferiore rispetto a quello della Germania. Non si sarà tornati indietro di due secoli, ma questo settore può riservare ottime sorprese e far ripartire il sistema economico.