Intesa Sanpaolo ha retribuito “generosamente” i propri manager. In particolar modo – ricordava in ampio spazio Il Fatto Quotidiano – ad Enrico Cucchiani, amministratore delegato del gruppo, sarebbero andati 3,037 milioni di euro di compensi come direttore generale e chief executive officer, oltre ad ulteriori integrazioni per totali 4,47 milioni di euro. L’ex direttore generale, indagato per il caso Mps dalla procura di Siena (ricorda ancora il giornale), lascia Cà de Sass con 2,85 milioni.
Insomma, ricordava Il Fatto, la stagione degli stipendi d’oro sembra esser tutt’altro che esaurita. Anzi, a ben vedere la lista dei manager banchieri e delle loro remunerazioni complessive, sembra non si sia mai interrotta.
Oltre a Cucchiani, continuava il quotidiano, “il presidente del consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli, e quello del consiglio di gestione Andrea Beltratti, hanno percepito 1,08 milioni di euro a testa, dopo aver tagliato di un terzo, al pari degli altri consiglieri di sorveglianza, il compenso per la carica, come preannunciato nella scorsa assemblea. Il direttore generale e numero uno di Banca Imi, Gaetano Miccichè, ha percepito 1,5 milioni di euro. La cifra include 240 mila euro di bonus, parte degli 1,2 milioni maturati nel corso dell’esercizio (50% in azioni e 50% in contanti) e che verrà pagata a partire dal 2014 per la restante parte. Il secondo direttore generale, Carlo Messina ha ricevuto 1,4 milioni, con 200 mila euro di bonus (su 1 milione maturato)”.
I giornalisti del Fatto si sono poi soffermati sulla posizione dell’ex direttore generale di Intesa Sanpaolo, Marco Morelli, già indagato dalla procura di Siena per concorso in ostacolo alla vigilanza nel caso Mps, che avrebbe lasciato Cà de Sass nello scorso luglio con una buonuscita da 2,85 milioni di euro, in aggiunta agli oltre 700 mila euro di stipendio percepiti nel 2012 come dg della banca.
Ma quanto saranno contenti i dipendenti della banca, ora costretti in buona parte ad affrontare il nuovo orario lungo delle filiali?