L’ultima decisione del governo di Buenos Aires ha avuto dei risvolti importanti anche per una importante compagnia del nostro paese. Si tratta di Enersis: quest’ultima non è altro che la controllata in America Latina dell’ente energetico Enel, con il riconoscimento alle imprese attive nel comparto elettrico dei costi sostenuti nel periodo compreso tra il 2007 e oggi. Volendo essere ancora più precisi, l’Argentina sta risarcendo per gli importi in eccesso che sono stati versati nei sei anni in questione per il trasferimento di energia elettrica anche in quelle zone in cui non vi sarebbe stata alcuna convenienza e utilità.
Il comunicato di Enersis è stato inoltrato direttamente alla Sec (Securities and Exchange Commission), il Fisco degli Stati Uniti per intenderci. Il pacchetto di maggioranza su questa controllata dell’Enel viene esercitato dagli spagnoli di Endesa (il principale azionista). In aggiunta, è stato calcolato un contributo molto vicino ai quattrocento milioni di dollari, se si prende come riferimento il margine operativo lordo (l’Ebitda). L’incasso vero e proprio, comunque, avrà luogo nel momento in cui la stessa Enersis avrà provveduto al saldo dei propri debiti nei confronti dell’ente che regola il mercato dell’energia elettrica, Mem (acronimo che sta a indicare il Mercado Eléctrico Mayorista).
Gli analisti di Intermonte sono per il momento cauti e prudenti, tanto è vero che il loro giudizio sul titolo Enel è rimasto fermo a “neutral”. Secondo la società di intermediazione mobiliare Equita, invece, l’utile del gruppo potrebbe beneficiare di qualcosa come 140 milioni di euro (valore netto, un buon recupero per quel che riguarda la profittabilità. Il target price è ancora inferiore ai tre euro sul titolo per la precisione. La prossima mossa di Enel dovrebbe essere l’emissione di un titolo obbligazionario ibrido di importo pari a due miliardi di euro, operazione finanziaria che non tarderà più di tanto e che è prevista non oltre il prossimo 21 giugno.