La banca giapponese Mitsubishi Ufj si è accordata con lo Stato di New York per il pagamento di una multa da ben 250 milioni di dollari, una sanzione che si riferisce al trasferimento di miliardi di dollari destinati a paesi che devono far fronte a sanzioni da parte degli Stati Uniti, tra cui Iran, Sudan e Myanmar. Il denaro contestato ammonta a circa cento miliardi di dollari, mentre i fatti a cui si è appena fatto riferimento riguardano il periodo compreso tra il 2002 e il 2007. In aggiunta, sono state coinvolte circa 28mila transazioni complessive, come è stato messo in luce dal dipartimento newyorkese stesso.
Come se non bastasse, poi, l’istituto di credito nipponico era anche solito istruire a dovere i propri dipendenti, in modo da evitare il congelamento dei fondi, costringendoli a omettere tutte quelle informazioni che potessero identificare al meglio le informazioni. C’è qualche problema ora per gli investitori finanziari che hanno puntato su Mitsubishi per il loro portafoglio? Bisogna ricordare che si sta parlando della più grande banca del mondo quando è stata creata nel 2005 dalla fusione tra Mitsubishi Tokyo Financial Group e Ufj Holdings Incorporated. L’obiettivo del governo americano è da sempre quello di tenere una linea piuttosto dura e severa per quel che riguarda le condotte di tale tipo degli istituti che minacciano la sicurezza nazionale.
Già lo scorso mese di dicembre, Mitsubishi si è resa protagonista del raggiungimento di un accordo separato con il Foreign Assets Control Office, pagando una somma pari a 8,6 milioni di dollari, per motivi molto identici a quelli spiegati in precedenza. Non si tratta comunque dell’unico caso, visto che altri nomi importanti come Standard Chartered, seconda banca più grande di tutto il Regno Unito, e Hsbc, molto attiva nel continente asiatico, sono state costrette a pagare sanzioni salate per aver intrattenuto affari con paesi pericolosi e considerati “a rischio”.