Già la Corte dei Conti aveva giudicato il fisco italiano, eccessivo, ed ora arriva la conferma anche da parte dell’Ocse. Il fisco italiano sarebbe il quindi, al mondo, per peso sugli stipendi, dietro solo alla Francia, alla Germania, al Belgio, e all’Ungheria, con la differenza che in quei paesi, i servizi offerti dallo stato sono nettamente migliori. Addirittura, se si considera la classifica compilata per famiglie monoreddito, il nostro paese è al terzo posto. Per i single, l’incidenza del fisco sullo stipendio è del 47,8%, ben al di sopra della media europea del 36%. Se in Europa, il costo medio lordo di un lavoratore è di 47mila euro, in Italia questa spesa raggiunge i 52mila euro, con un pesante fardello su assunzioni ed imprese.
Una situazione a dir poco disastrosa se si considera che l’Italia sta scalando le posizioni, nonostante i proclami dei vari governi, invece di diminuire i costi del lavoro per rilanciare l’occupazione. A questo si deve aggiungere la pochezza degli investimenti in materia di lavoro, e la mai risolta situazione del lavoro in nero, una vera piaga conosciuta solo nel nostro paese. Secondo i sindacati, sono infatti quattro milioni i lavoratori senza contratto, che gravano i loro costi sullo stato e sulle altre aziende, sotto forma di tasse, senza che le aziende che assumono in nero, vengano perseguite.