Il governo ha deciso e ha approvato l’emendamento per abolire le monetine da 1 e 2 centesimi, che non sono mai piaciute al popolo italiano, che con la lire era così poco abituato ai tagli piccoli. Così si procederà con un graduale ritiro, visto che dal 1 gennaio del nuovo anno, non saranno più coniate le monete più piccole, e si arrotonderanno i prezzi per eccesso o per difetto, alla moneta più piccola che resterà in vigore, quella da 5 centesimi.
La decisione però fa già discutere gli analisti e i consumatori, preoccupati dagli effetti inflattivi che il provvedimento potrà avere sui prezzi, problema già riscontrato nel passaggio dalla lira all’euro, con gli arrotondamenti spesso fatti in eccesso. A vigilare dovrà essere il Garante dei prezzi, che dovrà poi segnalare eventuali anomalie all’Antitrust. Interessata naturalmente, anche la BCE, che verrà costantemente informata sull’andamento della misura, così come successo in altri paesi che hanno preso questa decisione. Naturalmente contrarie le associazioni dei consumatori, a partire dal Codacons, che prevede già aumenti selvaggi, e la classica “vigilanza all’italiana”, spesso inutile e inefficace, come lo fu nel passaggio all’euro. Se alcuni paesi hanno già rinunciato alle monetine, altre economie forti invece continuano a mantenerle, come caposaldo del piccolo risparmio e del controllo dell’inflazione.