Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime del Pil italiano, che secondo gli analisti potrebbe arrivare al 1,3%, mentre il dato precedente indicava lo 0,8%. Successivamente il PIL è previsto per un assestamento al 1%.
Come di consueto, il FMI pone dei suggerimenti precisi, con il solito controllo del debito, la riforma delle pensioni e un aumento delle tasse. I rischi, secondo il Fondo, restano invariati, a causa dell’instabilità economica del nostro paese. La solita ricetta lacrime e sangue, una consuetudine per le autorità finanziarie mondiali, che non vedono altre ricette, nonostante i fallimenti passati.
La ripresa italiana sarà comunque legata alla ripresa europea, anche se non sarà molto elevata, con il fardello del debito pubblico che continua ad influire sulle decisioni fiscali del nostro paese.
Naturalmente il FMI vede di buon occhio tutte quelle riforme, a partire dal Jobs Act, che invece sono invise ai cittadini, e stanno gettando nella precarietà i lavoratori. Poi auspica ancora riforme sulla scuola, sulla pubblica amministrazione e sulla giustizia, senza trascurare il solito tasto delle liberalizzazioni, che finora non ha portato mai a nulla, ma che a Washington vedono sempre come panacea di tutti i mali.
Poi ancora raccomandazione sul mercato del lavoro, per avvicinare la contrattazione alle aziende e deprimere la crescita dei salari, come se questi non fossero già abbastanza depressi.