Andare in pensione sarà sempre più difficile: è palese se si pensa che, stimando i vari gradini che sono al vaglio per una possible nuova legge a riguardo, coloro che dovranno andare in pensione nel 2051 dovranno avere minimo 70 anni.
In base alla speranza di vita ed agli aumenti previsti in tal senso secondo la legislazione attuale, nel 2019 saranno necessari 67 anni per accedere alle pensione di vecchiaia. E per quanto si possa tentare di trovare una soluzione, l’adeguamento che viene calcolato biennalmente va tutto a sfavore del lavoratore che nel 2021 potrebbe vedere salire l’età per accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi. Questo senza contare che a partire dal 2023, invece, sono previsti aumenti di 2 mesi ogni biennio.
E da qui che il calcolo dell’età pensionabile nel 2051 emerge. E’ stato infatti calcolato che nel 2031 per andare in pensione saranno necessari 68 anni e 1 mese e nel 2051 69 anni e 9 mesi. E per quanto si possa tentare di essere ottimisti sul futuro e sulle proprie condizioni, questo scherzo non solo si rivelerebbe deleterio da un punto di vista pratico per via di acciacchi e possibili problematiche delle persone, ma perché bloccherebbe in qualche modo l’accesso al mondo del lavoro dei più giovani.
I sindacati sono ovviamente scesi in campo per tentare di limitare dei danni importanti. Fin dal prossimo incontro con il ministro del lavoro Giuliano Poletti, sono infatti decisi a non far passare sottotraccia questo approccio pericoloso alla pensione obbligando il Governo in qualche modo a trovare una copertura finanziaria per evitare tutto ciò. Ma sarà possibile?