Mediobanca è pronta ad abbassare la sua partecipazione in Generali nei prossimi anni: lo ha sottolineato il ceo del gruppo, Alberto Nagel, rispondendo a una domanda della stampa sulla possibilità di ridurre la quota in Generali.
Anche sotto quel 10% previsto dal piano che ha portato la banca ad ottenere un utile davvero importante per ciò che concerne il biennio 2016-2017. E’ importante sottolineare che sia stato infatti raggiunto un aumento dell’utile netto pari al 24% e quindi a 750 milioni di euro, un numero decisamente più alto rispetto alle aspettative ottenuto anche grazie alla compartecipazione dell’istituto in Generali. Sottolinea Nagel:
Il nostro piano prevede lo sviluppo di tre business e la partecipazione in Generali funge da stabilizzatore di “eps” (earning per share, N.d.R.) e come fonte di capitale. Da questo ne deriva che se la nostra crescita, organica e inorganica, richiedesse più capitale di quello che la banca produce naturalmente sicuramente sarà obbligo del management prima di chiedere soldi agli azionisti di mobilizzare le risorse che ci sono all’interno del gruppo e tra queste sicuramente la partecipazione in Generali.
Quest’ultima ha infatti contribuito per il 13% ai ricavi di Mediobanca per un totale di 264 milioni di euro. Scendere al 10% entro il 2019 significherebbe per il gruppo si rinunciare a parti più cospicue di utili ma al contempo limitare gli sprechi e portare sempre più in alto la propria quotazione liberandosi dalle negatività. Generali rimane per Mediobanca “una partecipazione cruciale per generazione di capitale e utili” ma “non ci sono dogmi” al momento per valutare una cessione: ora, sottolinea il Ceo del gruppo, “le uniche variabili chiave sono gli utili per azione, la dotazione di capitale e le prospettive per il gruppo”.