Fiumi di parole e ragionamenti contorti si stanno riversando in queste ore sull’argomento Ilva e cemento. In questo momento di tensione L’Ilva, storica impresa con sede in puglia che come ricordiamo è stata accusata di “traffico di rifiuti”, si ritiene pienamente fiduciosa del processo di analisi della dinamica e pronta a collaborare pienamente con la giustizia.
Piena apertura verso il caso da parte di Cementir Italia, proprietaria dello stabilimento di Taranto nonché della strutta ILVA. L’accusa è caduta come un fulmine a ciel sereno per la società che ha dichiarata più volte che l’acquisto di ceneri da carbone, pratica in spesso in uso nel settore è stata completamente documentata e certificata come da prassi e che la società è disponibile ad una piena cooperazione.
Cementir Italia è stata accusata durante un’indagine più ampia di una gestione errata dei rifiuti anche se il processo di approvvigionamento e gestione del prodotto è stato regolare e completamente documentato.
Il processo di approfondimento della magistratura sta evolvendo, dopo i vari blocchi e sequestri effettuati, nel frattempo l’amministrazione di Enel ed Ilva stanno collaborando per semplificare l’analisi della questione con la massima disponibilità e apertura alla collaborazione.
Le accuse balzate sono quelle di traffico illecito di rifiuti e di attività di gestione di rifiuti non autorizzate, mentre gli accusati proseguono nel confermare la loro situazione di completa correttezza.
Fondamentale è la comunicazione ufficiale dove si attesta l’intero iter delle materie utilizzate e la certificazione dell’uso delle stesse, la stessa comunicazione specifica l’eliminazione dal processo produttivo Il processo di accusa nasce dall’operazione “araba fenice” nata 5 anni fa con il sequestro di due aree dello stabilimento Cementir Italia di Taranto.
Cementir Italia è pronta ad aiutare la magistratura per valutare quello che i magistrati hanno valutato come “gestione promiscua” il processo documentato e regolare della società.