La Camera, nell’ultimo passaggio, cambia di nuovo la web tax, che viene modificata dal 6% che era l’aliquota di uscita al Senato, al 3%, ed esclude l’e-commerce e il credito di imposta. Quest’ultimo è stato eliminato per non creare possibilità di doppia imposizione. Secondo il deputato Francesco Boccia del PD, con questa nuova aliquota lo stato incasserà 190 milioni, con un surplus di quasi 80 milioni rispetto a quanto si sarebbe incassato con la vecchia aliquota (112 milioni). La nuova web tax sarà attiva dal 1 gennaio del 2019.
Nel pacchetto della legge ci sono 12 emendamenti, tra cui anche il “pacchetto digitale” in cui è inclusa la regolamentazione per la spedizione dei pacchi postali fino a 5 kg con Poste Italiane che dovrà attendere il via libera del garante della privacy che dovrà stabilire nuove norme per il trattamento dei dati personali.
Negli emendamenti sono previste anche nuove regole per i prestiti online tra privati, il famoso “peer to peer lending”, che vedranno la tassazione unica al 26%, la stessa che l’Italia adotta per le rendite finanziarie. Prima si applicavano le aliquote Irpef). Questa è una modifica alla regolamentazione prevista nel “pacchetto fintech”. In questo pacchetto anche le norme per le start-up innovative del mondo della finanza digitale. Era previsto anche il “sandbox”, già presente in altri paesi e che permette le sperimentazioni finanziarie, ma nelle nuove modifiche questo non compare più.