E’ circolata in questi ultimi dieci giorni un’ennesima bufala sull’Ilva di Taranto, mai smentita da nessuna testata nazionale. Soltanto un sito web ha fatto il suo dovere, spiegando nel dettaglio ciò che è accaduto. Parliamo dell’ormai famoso video di Fabio Matacchiera del Fondo Antidiossina, che nella tarda serata del 10 dicembre ha ripreso lo stabilimento dall’esterno evidenziando con particolare enfasi le presunte emissioni inquinanti. “Non è vapore benefico” quello che si vede nel video, ha assicurato Matacchiera durante le riprese. “E’ fumo”, fumo inquinante. L’enfasi di Matacchiera ha evidentemente contagiato i media locali e nazionali: l’Ansa ha riportato il video e da quel momento si è accesa la perversa macchina della viralità su facebook.
Dieci giorni di disinformazione prima di arrivare alla verità. Un sito on line specializzato ha infatti spiegato che quelle immagini del video diffuso da Matacchiera si riferiscono alle regolari fasi di spegnimento del carbon coke che avviene nel reparto cokeria dello stabilimento. Un’operazione che peraltro si ripete più volte al giorno.
Questo significa che ciò che all’esterno si può scambiare per “una colonna di fumo” è in realtà vapore, la cui emissione è monitorata con la frequenza prevista dal piano di monitoraggio e controllo dell’Aia. Matacchiera l’ha escluso, forte dell’effetto ottico, ma si è sbagliato.
Nessuna testata che ha riportato il video, Ansa compresa, ha voluto inoltre specificare che i risultati delle attività dell’Ilva mostrano costantemente valori al di sotto dei limiti autorizzati e che i dati vengono regolarmente comunicati alle autorità competenti e agli enti di controllo.
Ciò che si vede nel video non è frutto della tecnologia, Matacchiera non ha modificato nulla, è proprio, come detto, un effetto ottico: quando questo evento emissivo si verifica in presenza di umidità e con le luci notturne dello stabilimento, l’effetto ottico è infatti tale da farlo sembrare fumo. Va bene cadere nell’illusione visiva, un po’ meno non verificare le notizie.