Quali sono le ragioni del crollo vissuto dai Bitcoin in questi giorni? La correzione del suo andamento è stata imponente e quasi “costante”: in 24 ore ha bruciato circa 121 miliardi di dollari, ovvero un quarto della sua capitalizzazione e come sottolinea qualche analista, il doppio del valore di Tesla.
L’andamento di questa settimana aveva fatto presagire problemi a breve termine, soprattutto pensando alle problematiche di cybersicurezza riscontrate su due piattaforme di scambio di criptovalute ed i vari avvertimenti arrivati dalla Banca Centrale del Giappone, dalla Bce e dalla Fed. Il risultato finale? Il Bitcoin precipita sotto gli 11.000 dollari, a 10.400, dopo aver sfiorato un massimo di 20.000 per perdite complessive calcolabili, in questo fine settimana al 39%.
Ma attenzione, pensare che il problema sia circoscritto solo a questa moneta virtuale è un peccato di ingenuità: tutto il mercato delle criptovalute si trova al momento sotto scacco con percentuali di perdita simili, a partire dall’Ethereum, che perde il 25%, seguita da Bitcoin cash che cede il 42,6% e il Litecoin che cala del 43%. Un’eccessiva volatilità che ha costretto Coinbase, uno dei maggiori mercati di scambio, a sospendere temporaneamente gli ordini di acquisti e vendite.
Non tutti hanno lanciato allarmi veri e propri ma molti interlocutori del settore finanziario hanno iniziato a lanciare segnali forti nei confronti di queste criptovalute, sottolineando come i rischi per chi lavora su questi sistemi siano molto alti rispetto a quelle che possono essere le normali transazioni finanziarie. Non è un caso che il governatore della Banca d’Inghilterra e numero uno del Financial Stability Board, Mark Carney, abbia sottolineato a gran voce che sia arrivato il momento di regolamentare una volta per tutte le criptovalute e la raccolta fondi digitale.
Soprattutto ora che sempre più grandi investitori vogliono entrare nella partita.