Moody’s declassa l’Italia portando il rating da Baa2 a Baa3 con outlook stabile: un risultato che poteva essere decisamente migliore e che porta a tirare un piccolo ma non decisivo sospiro di sollievo solamente per ciò che riguarda la “stabilità” del nuovo giudizio.
Un outlook negattivo avrebbe infatti pesato decisamente di più sull’intera valutazione. Il “check up” di Moody’s era partito lo scorso 25 maggio, due mesi dopo le elezioni, cercando di dare il più possibile spazio di “manovra” al nuovo Governo, al fine di giudicare le azioni e non le intenzioni. E per quanto da Palazzo Chigi e dai vicepremier il responso venga quasi considerato come scontato, la verità dei fatti è che il giudizio è severo ed è davvero molto vicino a quel livello spazzatura che rischierebbe di far crollare del tutto l’economia italiana.
Il voto di declassamento è principalmente legato alla manovra di Governo che punta ad un deficit di bilancio più elevato nei prossimi anni e sul conseguente comportamento del rapporto debito pubblico/pil che rischia di stabilizzasi intorno al 130% o di aumentare se la crescita dovesse rallentare troppo.
Non solo, l’agenzia di rating sottolinea come la crescita a medio termine potrebbe rimanere vittima dello stop delle riforme economiche e fiscali strutturali. Quest perché difficilmente si riuscirà a mantenere costante l’aumento temporaneo causato dalla politica fiscale espansiva: le stime presentate dal Governo Italiano sembrano essere troppo ottimiste. Tutto questo senza tenere da conto la potenziale difficoltà futura del paese per ciò che concerne l’accesso al credito, comprensiva della difficoltà di vendita dei titoli di Stato. Viene poi vista con “allarme” la situazione di tensione presente tra il governo giallo verde e la Commissione Europea.