S&P conferma rating Italia ma lo fa aggiungendo un outlook negativo che non fa tirare sospiri di sollievo tanto quanto il declassamento di Moody’s con outlook stabile: è evidente che le agenzie di rating non vedano in modo positivo la politica economica nostrana.
Il giudizio di S&P è arrivato tardi e va detto, per quanto si possa tentare di far finta di niente, è da irresponsabili non considerare le conseguenze che possono seguire allo stesso, trincerandosi dietro all’incoscienza dettata dalla non conoscenza della materia. Spiega l’agenzia americana di rating parlando anche del possibile effetto della manovra sulle banche:
Il piano economico del governo rischia di indebolire la performance di crescita dell’Italia. [La riforma delle pensioni rappresenta] una minaccia ai conti pubblici. La politica economica e fiscale del governo ha eroso la fiducia degli investitori, come riflesso da un aumento del rendimento sul debito pubblico. Ciò a sua volta sta influenzando negativamente l’accesso delle banche al finanziamento del mercato dei capitali e, in misura minore, il loro coefficiente patrimoniale regolamentare. Un ulteriore aumento del rendimento dei crediti delle banche verso lo Stato potrebbe ridurre la capacità delle banche di finanziare l’economia italiana distogliendo risorse dal settore privato, in particolare dalle piccole e medie imprese.
Proprio quel settore che teoricamente il Governo vorrebbe aiutare con la sua manovra. Per avere una vera idea di come il rating di S&P influenzerà la nostra economia bisognerà aspettare lunedì quando riapriranno le Borse e lo spread tornerà a dettare il brutto ed il cattivo tempo nei mercati.